Alle 12 del 28 aprile al suono delle sirene del cantiere, delle navi in porto e delle imprese del territorio è stata innalzata l'ultima campata del nuovo ponte di Genova. Un segno doppio di ripartenza, in tempi di pandemia. Sono passati sette mesi dalla messa in posa della prima campata e poco meno di due anni dal quel tragico 14 agosto quando il crollo del vecchio viadotto ha tolto la vita a 43 persone.
"È una mattina piovosa, un'eccezione per una città generalmente soleggiata come Genova", sottolinea Marco Bucci nella duplice veste di sindaco e commissario straordinario per la ricostruzione del ponte, "ma finalmente il nastro d'acciaio che unisce Levante e Ponente della nostra città è completato. Dedichiamo questa straordinaria giornata alle 43 vittime che porteremo sempre nel cuore e alle quali dedichiamo un memoriale che funga anche da monito a che queste tragedie non si ripetano più. Ma oggi è una giornata di ricordo e di festa, motivo di orgoglio per tutte le persone che hanno lavorato al cantiere, per i loro figli e per tutto il Paese".
Una data da ricordare
Il nuovo ponte, il cui progetto è stato donato dall'architetto Renzo Piano, ha bisogno degli ultimi ritocchi prima di essere aperto alla circolazione. Viene indicata la data del 15 luglio per l'inaugurazione. "Si tratta di un'opera che dimostra in pieno come l'italia sia capace di fare grandi cose con i tempi giusti, i modi giusti e i costi giusti", ribadisce Bucci, "grazie a tutti quanti hanno lavorato insieme per un obiettivo comune: questo è il modello per ricostruire un futuro per Genova e per l'Italia intera, un esempio da seguire per rialzarsi in un momento come questo, difficile e imprevedibile".
Toti, per non dimenticare
Anche il governatore della Liguria Giovanni Toti parla non senza commozione dei tanti significati racchiusi nel nuovo viadotto sul fiume Polcevera, a dimostrazione che "in questo Paese, su obiettivi comuni si può avere un'unica politica". E poi l'immancabile pensiero alle vittime. "Spero che ogni gittata di cemento di questa infrastruttura possa essere di consolazione ai familiari di chi non c'è più", sottolinea Toti, "con la consapevolezza per tutti che c'è uno Stato che può mantenere le promesse. Quest'opera rappresenta di più di un nuovo ponte, è l'Italia che può farcela, unendo le forze e nonostante i tanti ostacoli che si sono frapposti nel corso dei lavori come uno degli inverni più piovosi nella storia della Liguria e la pandemia da coronavirus. Ma nonostante questo il cantiere ha continuato a lavorare senza tregua 24 ore su 24, tutti i giorni, festivi compresi".
De Micheli: curiamo le nostre infrastrutture
È emozionata anche Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture presente per l'occasione a Genova come pure il premier Giuseppe Conte. "Sono contenta che l'idea di lasciare aperti i principali cantieri anche in piena emergenza da coronavirus", spiega il ministro, "abbia avuto successo anche grazie ai rigidi protocolli di sicurezza. Ora quest'opera è un punto di riferimento per altri cantieri. Grazie a tutti voi che vi siete fidati, mentre tutti noi dobbiamo imparare da questa esperienza che l'italia ha molte infrastrutture ma vanno curate e mantenute. Questo nuovo ponte dimostra che partecipare al cambiamento non è un'illusione".
Il premier Conte: l'Italia si rialza
Sul palco, infine, sale il Presidente del Consiglio, arrivato dalla Lombardia dove è stato in visita nelle località più colpite dal Covid-19. "Lo Stato non hai mai abbandonato Genova", esordisce Giuseppe Conte, "Quest'opera è ricca di significati concreti e simbolici. Si può parlare di miracolo ma senza enfasi: le autorità pubbliche hanno fatto il proprio dovere come tanti altri, Renzo Piano che ha messo a disposizione gratuitamente il suo progetto, i tanti architetti e ingegneri con il loro contributo, i lavoratori impegnati senza tregua. Grazie a tutti abbiamo rispettato i tempi di un cronoprogramma sfidante, in molti non ci credevamo, eppure è stato rispettato. È l'italia che si rimbocca le maniche, non si abbatte, tira fuori tutto il proprio senso del dovere e responsabilità".
Arriva il momento solenne, le telecamere si spostano in cielo, si posano sul gruppetto di operai intenti a terminare le operazioni per l'ultima campata, a 40 metri di altezza. Immagini che faranno il giro del mondo, come quelle della tragedia del 14 agosto 2018: ma oggi, dice Conte, "dimostriamo di essere un Paese che ce la fa, con tutta la nostra maestria e creatività".