L’Europa dell’auto prova a ripartire. Non solo Fiat Chrysler, che in anticipo sulla data del 4 maggio ha rimesso in moto dal 27 aprile parte della produzione nelle fabbriche italiane di Atessa, Mirafiori, Melfi, Pomigliano, Termoli e Cassino.
In Germania il più grande costruttore del mondo, il gruppo Volkswagen, ha ripreso a lavorare seppur parzialmente nella sua fabbrica simbolo di Wolfsburg. Dal 27 aprile è consentito l’ingresso a una parte dei quasi 8mila dipendenti che dovrebbe produrre questa settimana circa 1.400 auto, più o meno il 15% della capacità complessiva che diventeranno 6mila (pari al 40%) la prossima. La prima auto prodotta è stata una Golf.
Quello di Wolfsburg non è il primo impianto di Volkswagen a riaprire – il 20 aprile sono tornati al lavoro gli operai di Zwickau e in Slovacchia a Bratislava, ma è di certo il più importante. Per poter riaprire, il marchio tedesco ha messo a punto un protocollo di sicurezza sul lavoro in 100 azioni condiviso anche con i fornitori (circa 2.600) con cui giornalmente ha a che fare.
Gli altri tedeschi
Il gruppo Daimler aveva ripreso già il 20 aprile la fabbricazione di motori ad Amburgo, Berlino e Dresda. Riaperto anche il sito di Karenz dove vengono costruite batterie.
Si attende invece per il riavvio delle fabbriche Mercedes di Sindelfingen, a sud ovest di Stoccarda e Brema, forse entro la settimana.
Bmw ha un altro calendario: il primo stabilimento del gruppo ad aprire sarà in Gran Bretagna il 4 maggio, a seguire l’11 quelli in Germania di Dingolfing e Lipsia e il 18 a Regensburg.
Audi ha ripreso già da diversi giorni le attività nel sito ungherese di Gyor.
Gran Bretagna ferma
Oltre Manica si attende il 18 maggio, data in cui dovrebbero riprendere l’attività due degli impianti di Jaguar Land Rover, quello di Solihull e di Wolverhampton. Il marchio inglese di proprietà degli indiani di Tata, lo stesso giorno, rimetterà in funzione anche le fabbriche di Magna Steyr in Austria e di Nitra in Slovacchia.
Ford ha già annunciato lo scorso mese che terrà chiusi gli impianti inglesi di Bridgend e Dagenham almeno fino al 4 maggio. Fino al 18 del mese serrati i cancelli anche a Crewe dove si costruiscono le Bentley, gruppo Volkswagen.
Nessuna certezza neanche sulla possibilità riapertura della fabbrica di Nissan a Sunderland dove, attualmente, sono impegnati soltanto 50 operai per attività essenziali. Stesso discorso per l'impianto Vauxhall (gruppo Psa) di Ellersmere Port, dove l'azienda ha proceduto alla sanificazione e preparazione degli ambienti ed è in attesa del via libera definitivo.
Via a singhiozzo
Il resto dell’Europa va avanti a singhiozzo, con alcuni Paesi già quasi completamente operativi e altri ancora fermi. A Torslanda, in Svezia, Volvo lavora a pieno regime, così come lo stabilimento Hyundai nella Repubblica Ceca.
In Francia riaperti gli impianti di Toyota a Valenciennes e di Renault a Caen, dove si costruiscono motori, mentre è in atto un braccio di ferro per la fabbrica di Flins, alle porte di Parigi: i sindacati hanno chiesto ai lavoratori (si preannuncia circa il 25% del totale) di non riprendere l’attività fino a che non saranno garantite condizioni di assoluta sicurezza.
Concessionari vuoti
Se i Paesi nordici, Svezia e Danimarca in particolare, puntano a tornare al più presto alla normalità anche per quanto riguarda i punti vendita, in altri maggiormente colpiti, come la Spagna, una riapertura dei saloni sembra lontana. In Germania circa il 70% degli show room sono aperti dalla settimana scorsa ma il volume d’affari registrato è bassissimo.
In Italia, ricordiamo, dove la associazione dei concessioni Federauto aveva già dato dalla settimana scorsa disponibilità alla riapertura, si dovrebbe iniziare a tornare alla normalità con l’avvio della Fase 2, a partire quindi dal 4 maggio.