Circa 750 lavoratori dello stabilimento di assemblaggio di Fiat Chrysler a Melfi nel potentino torneranno al lavoro la prossima settimana per preparare la struttura alla produzione delle nuove auto ibride del gruppo. Secondo Marco Lomio - del sindacato Uilm - Fca ha informato i rappresentanti dei lavoratori che innanzitutto dovranno essere completate le auto rimaste sulle linee di assemblaggio quando l'impianto è stato chiuso a metà marzo in seguito alle regole imposte dal governo italiano per arginare la diffusione del coronavirus.
"Inizieremo con 500 persone lunedì 27 aprile e raggiungeremo il picco mercoledì con circa 1.000 lavoratori", ha detto Lomio, citato dalla Reuters. Questa operazione consentirà quindi a Fca di disporre di linee libere per riprendere la produzione delle nuove versioni ibride plug-in dei modelli Compass e Renegade di Jeep.
Domanda ai prefetti
Il parziale riavvio delle operazioni a Melfi, che normalmente impiega 7.400 lavoratori, si aggiunge a quello annunciato il 21 aprile da Fca per Sevel, Mirafiori, Cassino, Termoli e Pomigliano. In tutte le fabbriche le attività riprenderanno gradualmente, coinvolgendo solo alcuni reparti in attesa della fine del "lockdown", previsto per ora il 4 maggio.
A permettere la ripresa anticipata di parte della produzione l'accordo raggiunto dall'azienda con tutti i sindacati il 9 aprile scorso sul protocollo sanitario di tutela dei lavoratori e le domande fatte ai prefetti sulla base della "strategicità" del lavoro automotive: per riaprire basta il silenzio assenso delle autorità.
Sempre secondo il sindacalista della Uilm, lo sviluppo dei nuovi modelli a Melfi inizierà immediatamente con la riapertura del 4 maggio. Il sindacalista si è detto sicuro, tuttavia, che la commercializzazione delle vetture non potrà avvenire prima di settembre. I piani iniziali di Fca prevedevano, invece, che la vendita sarebbe iniziata a luglio 2020.