Il 22 aprile 1967 a Torino debutta la Fiat 125. L'auto è chiamata a sostituire la 1500, berlina del 1961 dalle forme americane ispirate alla Chevrolet Corvair, contemporanea dell'Alfa Romeo Giulia (1962), “l'auto disegnata dal vento” e di ben altro successo rispetto alla rivale torinese.
Nei progetti della Fiat c'era l'idea della 132 ma la realizzazione procedeva lentamente e da qui la necessità di un modello più economico in attesa di lanciare la nuova vettura più importante.
Nel 1966 l'impresa della nuova Fiat 125 viene affidata all'ingegnere Dante Giacosa: ha solo 18 mesi di tempo e un budget irrisorio per provare a conquistare il grande pubblico italiano e contenere il calo delle vendite.
La novità nella linea
Il progettista decide di lavorare con componenti di modelli esistenti: il pianale della 1500 C, la carrozzeria della 124 berlina, modificata per l'occasione, e il motore della 124 sport. Il risultato si rivela al di sopra delle aspettative. Prende forma un'auto dalle linee moderne con un frontale più ampio, quattro fari quadrati, i profili cromati sulle fiancate e una coda tutta nuova.
Sotto il cofano alloggia un motore potenziato da 1,6 litri che raggiunge la potenza massima di 90 cavalli. La trazione, invece, resta posteriore.
La reazione del pubblico
L'auto, grazie al lavoro di Giacosa, verrà presentata con tre mesi di anticipo rispetto ai tempi stabiliti, incontrando il consenso di critica e pubblico.
Fra gli aspetti più apprezzati gli interni spaziosi e confortevoli, il ritorno del cambio a cloche e il tergicristallo con comando ad intermittenza, il primo di serie dell'epoca. Tuttavia, l'assenza della quinta marcia - di cui dispone Giulia Super - e cose come il finto legno della plancia evidenziano la scarsità degli investimenti.
Dal 1967 vengono introdotti, su richiesta, il contagiri elettronico, l'antifurto e l'autoradio facendo dell'auto un prodotto al passo con i tempi.
Alte prestazioni
Le cose cambiano nel 1968 con il lancio della 125 S: debuttano sedili con fascia centrale in tessuto, una nuova console portaoggetti, rivestimenti in plastica dove prima c'era il finto legno e scelte stilistiche più sofisticate.
La potenza del 4 cilindri arriva a quota 100 cavalli, in grado di raggiungere i 170 chilometri orari, 10 in più della versione precedente. La berlina si rivela presto brillante nelle prestazioni tanto da diventare la prima vettura della Casa torinese a partecipare alle competizioni di rally. L'avventura nel mondo delle corse inizia nel '69 nella neonata Fiat Squadra Corse per terminare nel 1977, conquistando l'ottavo posto in occasione del Safari Rally del 1973.