Edito da Minerva, “Però lo scoop è mio” è il primo romanzo di Carlo Cavicchi, noto giornalista del settore e autore di numerose pubblicazioni a tema motoristico.
Protagonista la voglia di rivincita
I protagonisti di questo giallo sono due figure che rientrano a pieno tra gli antieroi: Dante Busi, un pilota di rally amatoriale, e Sandro Panzacchi, un giornalista che scrive al Resto del Carlino, entrambi in cerca di un’occasione per fare il grande salto, il primo verso le competizioni che contano, il secondo alla volta di una posizione migliore nel suo giornale.
Oltre al desiderio di prendersi una rivincita su un’esistenza mediocre, a unire i due personaggi contribuirà il caso, materializzatosi in un magistrato di Foggia che indaga sulla morte di un informatore della Guardia di Finanza, ma anche la sinuosa silhouette di una misteriosa Porsche 911 nera, il terzo protagonista del racconto.
Sullo sfondo gli anni di piombo
Nella sportiva tedesca i due vedranno lo strumento per raggiungere la tanto agognata affermazione, al prezzo di scelte molto difficili, e scontrandosi contro un destino che per loro ha in mente altri piani. Tratto da una storia vera, il romanzo è ambientato in una Bologna anni ’70 descritta con estrema cura, dal clima di svagata euforia che si respira nelle notti spese tra portici e osterie, all’incedere della violenza politica.
Gli anni ’70 sono infatti un momento di svolta per le vite di entrambi i personaggi, seppur per motivi diversi: da un lato vi è la crescente importanza che i rally assumono nella scena motoristica internazionale, con gli storici successi della squadra corse Lancia, dall’altro gli strascichi della contestazione studentesca del ’68 e l’inizio dell’oscuro periodo del terrorismo.
Carlo Cavicchi, “Però lo scoop è mio”, Edizioni Minerva, pp. 200, prezzo di copertina 15 euro