Al giorno d’oggi la trazione sulle ruote anteriori è una caratteristica tecnica data per scontata. La stragrande maggioranza delle auto prodotte adottano ormai da anni questa soluzione, e anche Case tradizionalmente legate alla trazione posteriore - come Bmw e Mercedes – si stanno convertendo a tale schema sulle loro compatte.
La trazione anteriore ha avuto successo perché comporta costi inferiori per un costruttore e offre più spazio nell’abitacolo, per via dell’assenza di alberi di trasmissione alle ruote posteriori. Tuttavia, per buona parte del secolo scorso è stata considerata una scelta tecnica insolita, adottata per lo più da marchi “eccentrici” e sperimentatori come Citroën. Vediamo quali sono state le vetture “tutto avanti” che hanno fatto conoscere al mondo i vantaggi di questa soluzione.
Tracta
Nel breve tempo della sua attività (dal 1926 al 1934) questa Casa francese oggi quasi sconosciuta si è concentrata espressamente sullo sviluppo della trazione anteriore, da cui deriva il nome stesso del costruttore (una crasi di “traction avant”, che in francese significa appunto “trazione anteriore”). La Tracta fu la prima azienda in assoluto a utilizzare la trazione anteriore su autovetture di serie, seppur prodotte in numero esiguo. Il primo modello realizzato fu la Tracta Type A del 1928, a cui seguirono altre evoluzioni.
La Casa fu molto attiva anche nelle corse, prendendo parte dal 1928 al 1930 alla 24 Ore di Le Mans, e riuscendo a portare al traguardo le sue vetture in tutte e tre le edizioni. Nel 1934, duramente colpita dalla crisi del ’29, fu costretta a cessare ogni attività, ma le sue vetture servirono da ispirazione per un altro brand francese, Citroën, che proprio in quegli anni stava progettando la sua nuova berlina. La ben più nota Citroën Traction Avant, quindi, fu la prima auto prodotta in grandi numeri a utilizzare questa soluzione, ma non, come spesso si crede, la prima nella storia.
Citroën 2CV
Rispetto alla già citata Citroën Traction Avant (1934-1957), la mitica “Due Cavalli” è un progetto successivo, ma ha un ruolo più rilevante per l’azienda: fu prodotta, infatti, per ben 42 anni (dal 1948 al 1990) e con i suoi 3,8 milioni di esemplari venduti rappresentò il maggior successo commerciale della Casa francese. Non solo, a differenza del coetaneo Maggiolino Volkswagen, la 2CV fu la prima macchina rivolta ai ceti popolari con schema “tutto avanti”.
Il progetto nacque a metà degli anni ’30 su iniziativa del nuovo vertice della Citroën Pierre-Jules Boulanger, che voleva espressamente un’auto “in grado di trasportare due contadini con i cappelli in testa e 50 chili di patate, o un barilotto di vino, a una velocità massima di 60 chilometri orari. Le sospensioni dovranno permettere l'attraversamento di un campo arato con un paniere di uova senza romperle”.
I primi esemplari furono realizzati nel 1939, ma allo scoppio della Seconda guerra mondiale furono distrutti o nascosti per evitare che cadessero nelle mani dei nazisti. Al termine del conflitto si recuperarono i vecchi prototipi e la Due Cavalli poté finalmente vedere la luce.
Autobianchi Primula
La Primula, prodotta tra il 1964 e il 1970, fu la prima vettura del gruppo Fiat dotata di trazione anteriore. Le origini di questo progetto possono essere fatte risalire agli anni’30, quando Mussolini chiese al senatore Giovanni Agnelli di realizzare un’auto economica, in grado di motorizzare gli italiani. Il patron della Fiat affidò l’incarico all’ingegnere Oreste Lardone, che progettò una piccola vettura con motore e trazione anteriori. Tuttavia, durante la prima prova su strada, a cui partecipò lo stesso Giovanni Agnelli, l'auto prese fuoco.
Fu la fine della vettura pensata da Lardone, al posto della quale venne realizzata la 500 “Topolino”. Da allora la Fiat vide sempre di cattivo occhio la trazione anteriore, fino al 1960, quando Vittorio Valletta decise di ritentare la via del “tutto avanti”, ma con marchio Autobianchi.
Il progetto venne affidato nuovamente a Lardone, che realizzò una vettura estremamente innovativa: la Primula fu la prima auto al mondo ad avere sia la trazione anteriore che il motore trasversale con cambio laterale, inaugurando così lo schema che sarebbe diventato lo standard sulle auto moderne (da notare che la Mini di Issigonis fu la prima con trazione anteriore e motore trasversale, ma quest'ultima aveva la particolarità del cambio all'interno della coppa dell'olio).
Lancia Fulvia Coupé HF
Quando nel 1965 la Lancia Fulvia Coupé HF fa il suo debutto nei rally al Tour de Corse non sono in pochi a storcere il naso: fino ad allora la quasi totalità della auto da corsa era a trazione posteriore. La piccola coupé Lancia, tuttavia, inizia ben presto a mietere successi, grazie alla sua leggerezza e agilità. Allestita dalla squadra corse ufficiale Lancia e guidata da piloti del calibro di Sandro Munari, conquista ben sette titoli italiani tra il 1966 e il 1973 e un titolo europeo nel 1969.
Nel 1970 viene creato il Campionato internazionale costruttori, che sarebbe diventato Campionato del mondo rally nel 1973. Le rivali a trazione posteriore si fanno più forti, basti pensare che nei primi due anni a vincere sono una Porsche 911 e un’Alpine A110, ma il 1972 sorride alla Fulvia, che trionfa nel rally più importante del mondo, quello di Monte Carlo (dove i successi delle auto a trazione anteriore non sono una novità, basti pensare all'epopea delle Mini tra il 1964 e il 1967). Grazie ad altre due vittorie, in Marocco e a San Remo, a fine anno il campionato andrà proprio alla coupé italiana.
La Fulvia, prima e unica trazione anteriore a vincere un titolo iridato di rally, dimostrò che questo schema meccanico non era incompatibile con delle buone performance sul piano sportivo, e inaugurò la ventennale stagione di successi della Lancia in questa disciplina.