La Formula 1 versa "in una condizione molto fragile in questo momento". Serve un taglio drastico dei costi per evitare il fallimento di "diversi team". E' questo il grido d'allarme lanciato da Zak Brown, americano 48enne ex pilota e oggi amministratore delegato di McLaren Racing. La scuderia britannica è stata la prima (e l'unica finora) a gestire la crisi dovuta alla mancata partenza del mondiale 2020 a causa della pandemia di coronavirus, organizzando un drastico taglio degli stipendi di tutto il personale. Piloti in primis.
Il monito di Brown arriva a poche ore dal previsto incontro "telematico" tra le scuderie e Liberty Media che detiene i diritti del Circus e che dovrebbe fare un poco di chiarezza sul futuro della competizione e soprattutto sulla necessità di tagliare i costi. "La situazione attuale - ha detto Brown parlando alla Bbc - e' potenzialmente devastante: e se lo diventerà anche in pratica per più di due team, allora saranno guai per tutti".
La ricetta di Brown
Il budget cap attuale per le scuderie e' fissato a circa 160 milioni di euro, e secondo Brown alcune squadre - per esempio Mercedes - sarebbero d'accordo ad abbassare il tetto di spesa fino a sotto 140 milioni. Ma la proposta del boss McLaren va ben oltre e punta a poco oltre i 92 milioni di euro (100 milioni di dollari).
"Basta guardare a quel che sta succedendo nel mondo attorno a noi - ha detto Brown - per capire che quel budget va ridotto: al momento stanno scomparendo due squadre e, se non si cambia, ne potrebbero saltare altre due".
Ricordiamo che Liberty Media deve garantire per contratto almeno 16 auto (quindi otto team, oggi ce ne sono 10) al via di ogni GP.
Il problema, riporta la Bbc, è che a quel punto i grandi nomi sarebbero costretti a rivedere non solo i piani di spesa per l'aggiornamento tecnico delle auto da mettere in pista - quando si correrà - ma anche a rinunciare a una parte del personale impiegato. Mercedes non è disposta a farlo e Ferrari e Red Bull sono su posizioni ancora più intransigenti.