Helmut Marko, consulente Red Bull per la gestione della scuderia, durante un’intervista alla televisione austriaca ORF ha ammesso di aver avuto l’idea di organizzare un camp nel quale far infettare i piloti di coronavirus per superare il Covid-19. Alla Red Bull lo hanno mandato a stendere.
Anche se oggi è il primo aprile, sembrava solo uno scherzo di cattivo gusto. Invece Helmut Marko, ex pilota e oggi consulente di Mateschitz in materia, l’aveva pensata davvero. D’altra parte nel circus di lui dicono in tanti: “E’ un vero bastardo”. Il doctor Evil della Formula 1 per come usa e getta i piloti.
“Abbiamo quattro piloti di Formula 1 e otto o dieci conduttori junior. La mia idea era quella di organizzare un Camp in cui avremmo potuto riempire questo tempo morto con un lavoro di preparazione mentale e fisica. E quello sarebbe stato il momento ideale per fargli prendere il virus. Sono tutti giovani forti e in ottima salute. Avrebbero contratto il coronavirus in modo debole e sarebbero stati perfettamente pronti alla ripresa dall’attività sportiva, per quello che sarà probabilmente un campionato molto duro non appena potrà partire”.
Max si allena
Fortunatamente nessuno è stato a sentirlo. Verstappen che un po’ ipocondriaco lo è, sta chiuso in casa a giocare con il simulatore. “Penso che guidi in più gare che in una stagione reale. Disputa gare di sim e talvolta gareggia in diversi appuntamenti al giorno. Nel frattempo i ragazzi sono seguiti dai loro preparatori che ne curano gli esercizi di fitness. È il momento ideale per allenarsi. Se ci sarà una stagione di F1 con 15-18 gare, sarà molto, molto dura e non ci sarà il tempo per curare la forma fisica durante la stagione. Giusto impegnarsi ora”.
Carriera sfortunata
Marko che oggi ha 76 anni è stato un buon pilota anche in Formula 1 prima che un’incidente assurdo e sfortunato gli facesse perdere un occhio costringendolo a lasciare le monoposto. Al Gran premio di Francia 1972 fu colpito all’occhio sinistro da un sasso fatto schizzare dalle ruote dell’auto di Emerson Fittipaldi. I primi soccorsi all’ospedale del circuito non fecero che peggiorare la situazione e solo in serata in ospedale ricevette le cure adeguate. Sfortuna. Tanta. Con i caschi di oggi non avrebbe avuto conseguenze, anche se quanto capitato a Massa nel 2009 in Ungheria non può lasciare del tutto tranquilli.
Marko che era uno dei migliori amici di Rindt, è uomo dai modi bruschi e spicci, ma mai mi sarei immaginato un’uscita di questo tipo. Va bene cacciare un pilota con una telefonata dopo averlo confermato pochi giri prima… ma arrivare a volerli far ammalare apposta… Beh ce ne vuole. Magari voleva provare una Red Bull come antidoto.
Storie e notizie sulla F1 sono disponibili nel blog di Umberto Zapelloni.