Porsche investe in Nio Capital, il fondo dell’omonima startup cinese dedicato alla mobilità alternativa. La Casa tedesca ha precisato che le risorse, di cui non è stato comunicato l’ammontare, non sono destinate a Nio, azienda specializzata nella produzione di vetture elettriche, ma alla sua società che si occupa di investire nelle nuove tecnologie.
Fondi per le nuove tecnologie
Ogni anno la Casa di Stoccarda, tramite il suo fondo di venture capital, stanzia un totale di 150 milioni di euro per sostenere le startup più interessanti del panorama automotive. Nel report finanziario relativo all’anno 2019, tra i loghi delle realtà finanziate dalla Porsche Ventures è comparso anche quello di Nio, che al momento vive una grave crisi di liquidità.
Il costruttore tedesco ha poi chiarito che il destinatario delle risorse era il fondo di investimento dell’azienda cinese, che finanzia la ricerca nel campo dei nuovi materiali per gli accumulatori, oltre che progetti legati alla guida autonoma, alla mobilità condivisa e alla digitalizzazione.
Attivo dal 2016, Nio Capital è diventato uno dei più importanti acceleratori di startup su scala globale, e nel dicembre 2019 ha chiuso la sua prima campagna di finanziamento negli Stati Uniti raccogliendo 200 milioni di dollari, che ora saranno reinvestiti in piccole realtà americane.
Tra le startup più affermate
Nio è un costruttore cinese specializzato in automobili elettriche, con sede a Shanghai. Sin dalla sua fondazione nel 2014, la startup ha speso oltre 6 miliardi per avviare la produzione della supercar EP9 e del suo primo veicolo di grande serie, il suv a sette posti ES8, lanciato a dicembre 2017, e a fine 2018 affiancato dal più piccolo ES6, a sei posti.
L’azienda ha preso parte a quattro stagioni della Formula E, il campionato di monoposto elettriche, e sta lavorando anche nel campo della guida autonoma, stipulando un accordo con l’israeliana Mobileye per lo sviluppo di componenti e software driverless. A inizio 2019 Nio costituiva una delle nuove aziende cinesi più affermate, con 66 strutture in 49 città, e diversi progetti per l’apertura dei primi punti vendita fuori dalla Cina.
Lo scorso anno, tuttavia, le vendite della startup sono crollate, a causa del rallentamento del mercato domestico e dell’abolizione dei sussidi governativi alle auto elettrificate. La crisi di liquidità che ne è derivata ha costretto a cancellare i piani per lo sviluppo di una berlina elettrica e per la costruzione di un nuovo stabilimento nei pressi di Shanghai, a vendere il team in Formula E e a tagliare 2.500 posti di lavoro.
Decisivo il 2020
Il 2020, che in Cina si è aperto con l’epidemia di coronavirus, sarà un anno decisivo per Nio, che ha in programma il lancio del suv compatto EC6, e di una nuova generazione di batterie dalla maggiore autonomia.
Novità che, se l’azienda non riuscisse a trovare i fondi per avviarne la produzione, potrebbero anche non vedere la luce. Lo stesso William Li, ceo e fondatore di Nio, si è impegnato in prima personeaper garantire la sopravvivenza della startup, investendo 200 milioni di dollari dal suo conto personale.