Già nel 2000 Opel pensò all’idrogeno come carburante alternativo per una mobilità sostenibile. La Casa tedesca, oggi appartenente al gruppo francese Psa, presentò il prototipo HydroGen1 utilizzando come base la monovolume Zafira.
400 chilometri di autonomia
La vettura, identica nella estetica alle tradizionali versioni termiche del modello di derivazione, nascondeva sotto la carrozzeria 200 fuel cell collegate in serie tra loro che occupavano lo spazio di un normale propulsore a benzina o diesel. Queste utilizzavano l’idrogeno, contenuto in serbatoio in acciaio e fibra di vetro da 75 litri sufficienti a garantire 400 chilometri di autonomia, per produrre energia elettrica destinata ad alimentare un motore sincrono trifase da 55 chilowatt (75 cavalli) collegato alle ruote anteriori.
Leggerezza da primato
Grazie anche alla estrema leggerezza di tutto il sistema, fornito nella trasmissione di un unico rapporto intermedio, la Opel HydroGen1 poteva accelerare da 0 a 100 in circa 16 secondi e raggiungere una velocità massima di 140 chilometri orari.
Numeri che permisero alla vettura, dopo aver superato un programma di collaudi simile a quello dei normali modelli della Casa nel centro prove di Dudenhofen, di stabilire nel maggio del 2001 undici record internazionali di percorrenza, viaggiando complessivamente 1.386,906 chilometri nel corso di 24 ore.