Il rapido aumento dei casi di coronavirus negli Stati Uniti minaccia anche la produzione di litio e degli altri metalli rari utilizzati in particolare per le batterie e i dispositivi digitali delle auto. Tutto questo potrebbe portare a un ritardo soprattutto nel processo di elettrificazione della mobilità.
Stando all'agenzia Reuters, con le vittime della pandemia nel mondo che hanno superato le 20mila unità (oltre 1.000 solo negli Usa), anche i minatori americani saranno costretti a ridurre drasticamente i turni di lavoro per rispettare le nuove normative sulla sicurezza, a partire dalla distanza minima.
Inoltre, visto che i fondi del governo – oltre 2mila miliardi di dollari - andranno soprattutto su sanità e imprese medio-piccole, potrebbero saltare le coperture economiche per la ricerca delle terre rare, quegli elementi minerali difficili da reperire in natura e che servono alla produzione soprattutto degli accumulatori delle vetture elettriche. Mercato attualmente dominato dalla Cina che ne estrae la quasi totalità a livello globale.
"Lo stop ora è inevitabile, ma non ci possiamo fermare a lungo", ha dichiarato Keith Phillips, amministratore delegato della Piedmont Lithium, azienda estrattiva nella Carolina del Nord. Anche aziende concorrenti come la Lithium Americas e la Ioneer, entrambe localizzate in Nevada, sono ferme e sostengono che una crisi del settore sia inevitabile.
Paura del coronavirus
Gran parte delle aziende Usa specializzate nell'estrazione di questi materiali strategici godono di un'invidiabile solidità economica, frutto in particolare di grossi investimenti ricevuti di recente. "Il coronavirus potrebbe far ritardare di un anno o due i nostri progetti", ha affermato Seth Goldstein, analista di settore presso la Morningstar, "Condizioni che aiutano ancora di più la Cina, già dominante nel settore e quasi fuori dall'emergenza sanitaria".
Ad aggravare la situazione anche l'accaparramento di grandi quantità sopratutto di litio. La Cina avrebbe scorte per 44 milioni di tonnellate, il Brasile per 22, la Russia 18. Nel 2019 - secondo i dati della Benchmark Minerals Intelligence - i prezzi di questo minerale sono scesi del 37% a causa dell'eccessiva concorrenza.
Investimenti in ritardo
Lo scorso anno il Pentagono aveva deciso di finanziare lo sforzo estrattivo usando il budget stanziato per il Defence Production Act, legge che tutela le aziende che producono materiali strategici utili per lo sviluppo tecnologico (e militare) del Paese. La stessa che ora il presidente Donald Trump vuole utilizzare per riconvertire parte dell'industria per produrre attrezzature sanitarie.
Fondi che al momento sembrano bloccati. Le aziende estrattive temono che il virus possa ritardare qualsiasi ulteriore investimento del ministero della difesa.
La MP Materials - che gestisce la miniera di terre rare degli Stati Uniti a Mountain Pass (California) - rimarrà comunque operativa. "Sappiamo che la maggior parte degli sforzi di tutti sono convogliati per risolvere questa pericolosa pandemia, allo stesso tempo non possiamo perdere di vista tutto quello che dobbiamo e dovremo fare per risollevarci, soprattutto in un settore chiave come quello minerario", ha affermato Paul Kern, generale dell'esercito in pensione e membro del consiglio di amministrazione della Mp Materials.
Anche altre aziende come la UCore Rare Metals - che sta lavorando a una miniera di terre rare in Alaska - è in attesa delle decisioni a supporto dell'industria che arriveranno da Washington. E soprattutto di buone notizie sul fronte sanitario.