L’Alfa Romeo Alfasud Caimano viene realizzata nel 1971 in un esemplare unico da Giorgetto Giugiaro dalla sua Italdesign. Presentato al Salone dell’automobile di Torino, il “cuneo su ruote”, come veniva definita la concept car, propone una linea filante quale allegoria di un viaggio nel tempo. Una vettura degna protagonista dei libri di fantascienza. L'Alfasud Caimano è volutamente un prototipo senza alcuna possibilità di essere prodotta in serie.
Libertà creativa
Sviluppata sul pianale dell'Alfasud, accorciato di venti centimetri per l’occasione, l'abitacolo della Caimano ospita solo due posti ed è chiuso da una cupola di vetro, proprio come una navicella spaziale, che si apre in avanti. Questo non permette di avere dei finestrini apribili e ci sono solo due piccole fessure laterali che permettono la circolazione dell’aria. Gli interni sono minimal e la prima cosa che si nota è la strumentazione curva, posizionata davanti al guidatore. Un’altra anticipazione del futuro.
Il montante anteriore è praticamente inesistente, così come quello centrale che prende le sembianze di una roll-bar, una struttura protettiva. Solo la parte posteriore della Caimano ha un aspetto quasi comune, con i gruppi ottici che riprendono la linea orizzontale dei fari davanti, a scomparsa. Sotto al cofano si nasconde il motore da 1.286 di cilindrata: un boxer a quattro cilindri contrapposti da 68 cavalli di potenza, molto piccolo e poco ingombrante, adatto per un frontale così affusolato.