Il primo maggio 1994 muore Ayrton Senna. È il Gran Premio di San Marino: sul circuito di Imola, a sette giri dalla partenza, il brasiliano si trova in testa al volante della sua nuova Williams, Schumacher è appena dietro, uno scarto improvviso sulla destra all'imbocco della curva del Tamburello e poi lo schianto fatale. La causa si scoprirà solo tempo dopo: un guasto al piantone dello sterzo.
Il mondo intero è in lutto: si piange un uomo e un pilota molto amato. A vent'anni dall'incidente, il giornalista Giorgio Terruzzi, molto legato al brasiliano, scrive “Suite200” in cui racconta l'ultima notte del tre volte campione del mondo (1988,1990 e 1991). La storia di Senna - “Beco” per i più intimi - la conoscono tutti, chi più chi meno, ma questa volta c'è un taglio diverso: Terruzzi, mescolando con sensibilità e rispetto i fatti storici con un pizzico di fantasia, fa luce sul lato umano del campione, il più delle volte eclissato dalla grandezza della sua figura leggendaria, che vive tormentato la vigilia di quella maledetta domenica.
Quel fine settimana non avrebbe potuto esserci esordio più drammatico: nella prima sessione di prove, Rubens Barrichello si salva per miracolo dopo un brutto incidente al volante della sua Jordan azzurra e il giorno dopo Roland Ratzenberger, al suo esordio in Formula 1, si schianta a 300 chilometri orari contro il muro della curva Villeneuve perdendo la vita.
La dimensione del racconto è tutta interiore. Insieme al profondo disagio provocato dai due incidenti, Terruzzi racconta il lato umano di Senna alle prese con un momento decisivo della propria vita, chiamato a prendere decisioni importanti e a redigere un bilancio di ciò che, fino a quel momento, era riuscito a conquistare.
Come in un film
Le pareti della stanza numero 200 dell'Hotel Castello, dove Senna attende con preoccupazione l'indomani, diventano come una grande tela su cui il pilota proietta gli attimi, i ricordi e i volti più importanti della sua vita. “Vuole guardare il suo film, starci dentro”, illustra Terruzzi. Il pilota passa al setaccio l'intera esistenza: il rapporto travagliato con il padre, le sue relazioni sentimentali, la rivalità con gli avversari di sempre (Nelson Piquet, Alain Prost e il giovanissimo Michael Schumacher). E, più di tutti, la paura di morire. La morte di Ratzenberger lo spinge a chiamare la moglie Adriane e dire: “Sai una cosa. Non voglio correre”. Poi il ripensamento, indotto dai vertici della scuderia, e il rientro in carreggiata.
Nelle pagine del libro, Terruzzi si serve di un linguaggio intimo: il risultato finale è un ritratto unico nel suo genere.
"Suite 200. L'ultima notte di Ayrton Senna" di Giorgio Terruzzi, 66thand2nd editorre, pp. 144, prezzo di copertina 15 euro