Stile rétro e tecnologia avanzata. Un matrimonio di interesse che dà al mercato nuove vetture a batteria dal design attraente: la Mini Cooper SE, la Nuova 500e, la Honda e, zero emissioni e memoria di famose antenate come la Austin/Morris Mini, la Fiat Nuova 500 e la Honda N600.
Fiat Nuova 500e (2020 vs 1957)
Sarebbe stata una delle principali novità del Salone di Ginevra, poi annullato a causa del coronavirus. La Nuova 500e è la prima elettrica della Casa destinata alla produzione in grande serie. Non si tratta di un aggiornamento ma di un modello nuovo su una piattaforma modificata per ospitare l'alimentazione elettrica.
I cavalli sono 118, l’autonomia nel ciclo Wltp è di 320 chilometri, che diventano 400 nell'uso cittadino, e tramite una colonnina ad alta potenza può ricaricarsi fino all’80% in 35 minuti. Prezzi da 37.900 euro per le edizioni di lancio, ma successivamente arriveranno allestimenti più economici. Prodotta a Mirafiori, il suo debutto è previsto per il 4 luglio, coronavirus permettendo.
L’illustre nonna di questa vettura è la citycar progettata nel 1957 da Dante Giacosa su incarico di Vittorio Valletta, amministratore delegato della Fiat, in cerca di un’auto che potesse favorire la motorizzazione di massa in Italia. La Nuova 500 (“Nuova” per distinguerla dalla precedente “Topolino”) era spinta da un bicilindrico raffreddato ad aria 480 di cilindrata, erogante 13,5 cavalli.
Motore e trazione erano posteriori, il prezzo venne fissato a 490.000 lire (pari a circa tredici stipendi di un operaio) e divenne - non subito - uno dei maggiori successi della Fiat, nonché l’auto italiana più conosciuta al mondo. Fino al 1975 ne vennero prodotti quasi 4 milioni di esemplari.
Mini Cooper SE vs Austin/Morris Mini
Ormai un classico per gli amanti del look vintage. La Mini elettrica usa lo stesso pianale della “normale” Mini con motori termici, opportunamente adattato alla nuova alimentazione.
La Cooper SE eroga 184 cavalli, l’autonomia va dai 235 ai 270 chilometri nel ciclo Nedc, e con una colonnina da 50 chilowatt di potenza la batteria raggiunge l’80% di ricarica in 35 minuti. Per vederla su strada bisognerà aspettare: la produzione sarebbe dovuta iniziare in questo mese presso lo stabilimento di Oxford, ma il coronavirus ha messo tutto in stand-by. Prezzi a partire da 33.900 euro.
E l'antenata? Sul finire degli anni '50 la crisi di Suez aveva causato in Europa scarsità di benzina con il relativo incremento dei prezzi. Di conseguenza, la British Motor Corporation affidò ad Alec Issigonis il compito di realizzare una vettura che consumasse il meno possibile. Il risultato fu la Mini, prodotta a partire dal 1959 con i marchi Morris e Austin.
Era mossa da un quattro cilindri 850 di cilindrata da 34 cavalli, raffreddato a liquido e montato sull’avantreno (così come anteriore era la trazione). Nel 1961 venne introdotta la versione sportiva Mini Cooper, dotata di 55 cavalli. La Mini classica uscì di produzione solo nel 2000, dopo numerosi affinamenti che ne lasciarono tuttavia immutato il design, mentre il marchio era stato acquisito da Bmw.
Honda e vs N600
La Honda e rappresenta la prima elettrica di grande serie che il costruttore giapponese schiera in Europa. Con 3,9 metri è la più lunga delle tre e anche l’unica ad avere cinque porte. Sarà disponibile (si ipotizza a partire dall’estate) in allestimento Advance da 154 cavalli, il primo a essere immesso sul mercato con prezzi da 38.500 euro; la versione da 136 cavalli arriverà all’inizio del 2021 a 35.500 euro.
L’auto ha un’autonomia dichiarata di 222 chilometri (210 la Advance) e impiega circa mezz'ora per raggiungere l'80% della carica. La tecnologia a bordo abbonda, con ben cinque schermi che compongono la strumentazione, di cui due alle estremità utilizzati al posto degli specchietti retrovisori.
Anche se in questo caso viene utilizzato un nome diverso, le linee retro della Honda e sono un evidente richiamo alla precedente N600. La vetturetta debutta nel 1969 spinta da un bicilindrico raffreddato ad aria di 598 di cilindrata in grado di erogare 45 cavalli. Motore e trazione sono anteriori e la "N" viene da "norimono" (in giapponese "veicolo"), per distinguere la produzione di autovetture da quella delle motociclette.
La N600 nasce come versione destinata all’esportazione in America ed Europa della keicar Honda N360, venduta solo in Giappone e spinta per motivi regolamentari da un motore di cilindrata inferiore (per alcuni mercati vi era anche la N400). Venne prodotta fino al 1972 e fu la prima Honda ad essere assemblata fuori dal Giappone (a Taiwan).