In Italia a causa del prolungato periodo di chiusura dei concessionari, provvedimento imposto dal DPCM dell'11 marzo per contrastare il diffondersi dell’epidemia da coronavirus, un'ingente quantità di moto e scooter omologati Euro 4 rischia di rimanere invenduta.
Passaggio delicato
A manifestare questa preoccupazione è l'Ancma, l’associazione nazionale costruttori cicli e motocicli, che rileva come il pericolo derivi dalla concomitanza tra il periodo di stop ai rivenditori e quello di transizione fra la normativa Euro 4 e la successiva Euro 5.
Il passaggio - disciplinato dal Regolamento Europeo 168/2013 - è iniziato il 1 gennaio 2020. I motoveicoli Euro 4 possono essere ancora immatricolati ma il periodo di transizione dura solo fino al 31 dicembre 2020, salvo per quelli ammessi dalle deroghe di fine serie previste dalle norme comunitarie.
Soluzioni d'emergenza
In questo momento le moto e gli scooter in attesa di essere venduti sarebbero decine di migliaia. Per ora la riapertura dei negozi è prevista il 26 marzo, ma a oggi è impossibile prevedere quando il provvedimento governativo cesserà di essere valido.
“Per evitare un danno importante alle aziende del settore - dichiara Paolo Magri, presidente Ancma - è necessario pensare da subito a soluzioni d'emergenza. In particolare, riteniamo indispensabile un rinvio di almeno sei mesi della scadenza delle immatricolazioni Euro 4. Chiediamo quindi al governo italiano di farsi promotore di questa richiesta, anche presso le competenti sedi europee”.