L'epidemia di coronavirus che sta colpendo tutto il mondo continua ad avere ripercussioni anche sul settore automotive. Vediamo quali sono state le principali novità della giornata.
Fca ferma gli impianti
Il gruppo Fiat Chrysler ha comunicato la chiusura fino al 27 marzo dei suoi impianti europei. Non si lavora a Melfi, Pomigliano, Cassino, Mirafiori, Grugliasco e Modena. Stesso discorso per le fabbriche di Kragujevac in Serbia e Tychy in Polonia. In una nota Fca spiega il provvedimento con “il calo della domanda” e la necessità di “ottimizzazione delle forniture”.
Il sindacato dei metalmeccanici ha commentato la decisione definendola “una risposta alle richieste dei lavoratori”. Davide Provenzano, segretario generale Fim di Torino ha detto: “Le aziende devono avere piena consapevolezza che la salvaguardia della salute dei propri dipendenti è la vera forza da tutelare per ripartire non appena questa grave pandemia sarà finita”.
Anche Ferrari ha interrotto la produzione “dopo aver riscontrato serie difficoltà nella catena di fornitura”, come dichiarato dal presidente del Cavallino Louis Camilleri che ha anche ribadito lo stop per tutte le attività della scuderia di Formula 1 di Maranello.
Lamborghini ha confermato la chiusura dei cancelli dello stabilimento di Bologna almeno fino al 25 marzo.
Anfia: servono accordi con Europa per le chiusure
L’Anfia, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, è contraria alla chiusura degli impianti produttivi in Italia – pure a fronte dell’emergenza sanitaria da Covid-19 – senza una decisione congiunta con altri Paesi europei. In una nota, l’associazione che fa parte di Confindustria, parla di Francia e Germania, che "rappresentano la prima e seconda destinazione dell’export della componentistica automotive italiana”. “Le ipotesi di un blocco dell’attività a livello regionale, per Lombardia e Piemonte, o nazionale con il resto d’Europa in piena attività ci trova contrari”.
Secondo Anfia, questo scenario “porterebbe danni irreparabili per la filiera italiana, intaccandone pesantemente la competitività sui mercati internazionali”.
Piaggio riapre a Pontedera
Ripresa invece regolarmente la produzione alla Piaggio di Pontedera. Tutti gli ambienti della fabbrica – chiusi per tre giorni – sono stati sanificati a fondo e il personale ha ricevuto un kit sanitario di base con mascherina, guanti e occhiali protettivi. I sindacati dell’impianto hanno comunque indetto uno sciopero, in attesa di un incontro con i vertici aziendali.
Psa chiude in tutta Europa
Anche i francesi di Psa hanno deciso di fermare fino al 27 di marzo tutti gli impianti in Europa. Ecco il calendario delle chiusure. Dal 16 marzo stop a Mulhouse e Madrid. Dal 17 Poissy, Sochaux e Rennes in Francia, Eisenach e Russelsheim (Germania), Saragozza in Spagna, Gliwice (Polonia) e Ellesmere Port (Regno Unito).
Mercoledi 18 si chiudono i cancelli a Hordain (Francia), Vigo (Spagna) e Mangualde (Portogallo). Infine il 19 stop a Luton (Gran Bretagna) e Trnava (Slovacchia)
Renault: stop agli impianti spagnoli
Renault ha per il momento fermato un solo impianto in Francia, quello di Flins, a causa della mancanza di componenti. Il marchio ha deciso di chiudere momentaneamente le quattro fabbriche che ha attualmente in Spagna. Secondo un comunicato del costruttore, gli impianti saranno inattivi “lunedì 16 e martedì 17”, ma una loro riapertura nei giorni immediatamente successivi è incerta. Sabato il governo di Madrid ha dichiarato lo stato di allerta in tutto il Paese.
Le fabbriche – due a Valladolid, una a Palencia e Siviglia – danno lavoro a circa 10mila persone e producono in particolare motori per veicoli assemblati in altri Paesi.
Volkswagen, stop in Slovacchia
Volkswagen ha annunciato di avere iniziato i preparativi per chiudere il suo impianto di Bratislava, dopo che il governo locale ha, come molti altri nel mondo, dichiarato lo stato di emergenza a causa del diffondersi dell’epidemia di coronavirus.
Il primo ministro slovacco Peter Pellegrinim ha parlato di un possibile contagio all’interno della fabbrica, il più grande datore di lavoro privato del Paese. Oliver Grunberg, presidente di Volkswagen Slovacchia, ha commentato: “Abbiamo sperato che la diffusione del virus rallentasse durante il week end ma così non è stato. Da lunedì iniziamo il processo di chiusura dello stabilimento”. In Slovacchia il gruppo di Wolfsburg produce, tra le altre, il suv Audi Q7, la Porsche Cayenne e le piccole Volkswagen up!, Seat Mii e Skoda Citigo, oltre a realizzare alcune componenti per la Bentley Bentayga.
In Portogallo l’impianto di assemblaggio Autoeuropa – vicino Lisbona – ha ridotto la produttività del 16% a causa della carenza di personale, soprattutto dopo che nel Paese sono state chiuse le scuole.
Audi, problemi a Bruxelles
Audi ha fatto sapere lunedì di avere molte difficoltà nell’impianto di Bruxelles a causa di una astensione dal lavoro degli operai, preoccupati di essere esposti al contagio del virus.
Hyundai, negli Usa stop alle rate
Negli Usa, Hyundai ha annunciato che concederà a chi compri o prenda in leasing un’auto del marchio coreano dal 14 marzo fino al 20 aprile e poi perda il lavoro a causa dell’epidemia di coronavirus, una dilazione nel pagamento di sei mesi. Si tratta di una riedizione di un programma simile che il costruttore coreano mise in piedi nel 2009 per aiutare i clienti ad affrontare le conseguenze della grave crisi economica di quell’anno.
F1, positività per un uomo di Pirelli
Un membro del team di Pirelli a Melbourne per la prima prova del mondiale di Formula 1, poi cancellata, è risultato positivo al test per il coronavirus. Secondo un comunicato dell'azienda italiana la persona infetta - di cui non è stata rivelata la nazionalità - "sta seguendo alla lettera tutte le procedure messe in atto dall'autorità sanitaria australiana".
Nel frattempo il team McLaren ha fatto sapere che il suo meccanico risultato positivo alla vigilia del Gran Premio di Melbourne "si sta riprendendo".
Le prime quattro gare della stagione di F1 2020 - Australia, Barhein, Vietnam e Cina sono state tutte rinviate a data da destinarsi e gli organizzatori sperano di poter dare il via alle competizioni a maggio in Europa, forse a Montecarlo.
Regno Unito, contatti con il governo
Il governo di Boris Johnson si appresta a chiedere ai costruttori che hanno fabbriche in Gran Bretagna di riconvertine almeno una parte per realizzare strumenti medici necessari a combattere la pandemia di coronavirus, come mascherine e respiratori polmonari. A confermarlo i vertici di Ford, Honda, Jaguar Land Rover, Toyota e Rolls-Royce. Tutti hanno parlato di "contatti nei giorni scorsi" con Downing Street - sede del primo ministro - per partecipare allo sforzo comune per contrastare la diffusione e gli effetti del Covid-19.