Wuhan ritorna lentamente alla normalità. Nella capitale della provincia di Hubei, focolaio della pandemia di coronavirus, i numerosi impianti per la produzione di auto e forniture stanno riaprendo in maniera graduale, dopo uno stop durato 50 giorni.
Honda ha già riaperto
Con la pandemia che sta finalmente rallentando la sua corsa, la Dongfeng Motor Corp, il terzo costruttore del Paese, con sede a Wuhan, sta riprendendo le attività. Oltre ai suoi stabilimenti, la Dongfeng gestisce anche impianti in joint venture con Honda, Nissan, PSA e Renault, per un totale di 160mila dipendenti. Una delle più importanti di queste, quella con Honda, ha già riattivato la produzione mercoledì 11 marzo, due giorni dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità sanitarie.
Nata nel 2003, la Dongfeng-Honda dà lavoro a 12mila lavoratori all’interno dei suoi tre stabilimenti nella città di Wuhan, per una produzione totale di circa 600mila veicoli ogni anno. “La partnership con Honda è quella che ha maggiori volumi di vendita, per cui è stata la prima del gruppo a rimettersi in moto” hanno dichiarato persone interne all’azienda, specificando che le attività necessiteranno di tempo per tornare a regime, in quanto gli abitanti di Wuhan devono ricevere una speciale tessera sanitaria per potersi spostare nella città.
Gli altri costruttori si preparano
Anche gli altri impianti gestiti in partnership seguiranno la stessa strada. La Dongfeng-Renault riaprirà i battenti lunedì 16 marzo, mentre la joint-venture con Psa non ha ancora comunicato una data ma ha dichiarato di essere impegnata a preparare il riavvio della produzione. Ha ottenuto il permesso di riaprire anche lo stabilimento di Wuhan dell’americana General Motors, che fa capo ad una partnership con Shanghai Automotive Industry (Saic).
Stessa situazione anche per alcuni tra i più grandi fornitori di componenti e ricambi al mondo. Il colosso tedesco Bosch ha ricevuto l’ok alla ripresa delle attività, così come la francese Valeo, che farà ripartire gradualmente la produzione dei suoi quattro stabilimenti, mentre la Webasto attende ancora una risposta alla richiesta di poter riaprire entro la prossima settimana gli impianti a Xiangyang e Wuhan.
Ritorno graduale alla normalità
Nello Hubei, regione che costituisce il cuore dell’industria automobilistica cinese, sono stati fabbricati 2,24 milioni di veicoli nel 2019, l’8,8% di tutta la produzione del paese. Come risultato del blocco delle attività (che ha coinvolto la maggior parte delle regioni) a febbraio sono stati prodotti 215mila veicoli in tutta la Cina, un crollo dell’80,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Tuttavia, secondo il vice-ministro cinese dell’industria Xin Guobin, nel resto del paese circa il 60% delle piccole e medie imprese e il 95% di quelle grandi è ritornata alla normalità.
In Cina il 90% dei contagi si è registrato nello Hubei, che conta 58 milioni di abitanti. I numeri parlano di circa 3mila morti su 75mila contagiati. Tuttavia, dopo un mese e mezzo di chiusura totale, la provincia sembra aver debellato il Covid-19, come dimostra il fatto che negli ultimi due giorni a Wuhan il numero di nuovi contagi è stato inferiore a dieci, e che nel resto dello Hubei non si registrano nuovi casi da una settimana.