Aston Martin festeggia un anniversario importante: i 70 anni dalla nascita della gamma Vantage. Un nome che è diventato sinonimo stesso delle granturismo di Gaydon, dal momento che è presente su circa un terzo delle vetture prodotte dalla Casa britannica (oltre 36mila unità), ed è stato adottato su gran parte dei modelli commercializzati dagli anni ’50 ad oggi.
Agli albori
La prima comparsa della dicitura Vantage risale al 1950, quando venne utilizzata per indicare una versione potenziata della granturismo DB2, dove i nuovi carburatori e un rapporto di compressione più elevato innalzavano la potenza del 6 cilindri 2.6 Lagonda a 125 cavalli (dai 105 della versione normale).
Da quel momento la sigla venne adottata sulle varianti più spinte di quasi tutte le vetture che si alternarono nel listino Aston: dopo la DB2 fu la volta della DB4 e successivamente della DB5, auto divenuta famosa come vettura personale dell’agente segreto James Bond in vari film della saga, a partire dal "Goldfinger" del 1964.
Vestita da Zagato
Una tappa importante fu rappresentata dalla DB6, dove per la prima volta la declinazione Vantage venne associata anche a una versione aperta, la Volante. Seguirono l’Aston Martin DBS e la V8 (meglio nota come AM V8), la cui versione ad alte prestazioni fu nel 1977 la prima Vantage mossa da un otto cilindri a V invece che da un sei cilindri in linea.
Sulla base meccanica della Aston Martin V8 Vantage venne costruita anche la V8 Zagato, prodotta in 89 esemplari tra il 1986 e il 1990. La vettura sfruttava un diverso corpo vettura costruito dall’omonima carrozzeria milanese, che con questo progetto ridiede slancio alla collaborazione iniziata negli anni '60 con la DB4 GT Zagato.
Arriva il V12
Arrivano gli anni ’90 con la Virage, il cui 6.3 V8 nel 1993 riceve due compressori volumetrici Eaton che portano la potenza da 485 a 557 cavalli. La versione potenziata in questo caso presenta anche delle modifiche estetiche, soprattutto nel frontale e nella forma delle luci posteriori e il modello perde la dicitura Virage per adottare semplicemente la denominazione Vantage. La successiva DB7 è l’ultima Aston ad utilizzare tale sigla per una variante ad alte performance, e nel 1999 la sua versione Vantage è la prima ad adottare un motore V12.
Un modello a parte
Dal 2005 Vantage diventa il nome di un vero e proprio modello. Basato sulla concept AMV8 Vantage, l’auto viene pensata come entry level della gamma Aston e adotta l’inedita piattaforma VH interamente in alluminio. Inizialmente viene offerta con un 4.3 V8 da 385 cavalli, poi portato a 4.7 e 426 cavalli. A partire dal 2009 sotto il cofano della Vantage viene montato anche un V12 6.0 da 517 cavalli. La versione più potente viene lanciata nel 2013: è la V12 Vantage S, dove il medesimo propulsore arriva ad erogare 573 cavalli.
Anche questo modello ha destato l’interesse di Zagato, che nel 2011 ha sviluppato la sua interpretazione della V12 (denominata V12 Zagato), realizzata in 101 esemplari. Nel 2017 il modello è andato in pensione dopo aver conquistato un record importante: con 21.689 unità vendute (tra V8, V12 e relative versioni Roadster) è diventata l’Aston Martin più popolare di sempre.
Quella attuale
Nel 2018 è arrivata la nuova generazione di Vantage, tuttora in vendita, basata su una nuova piattaforma condivisa con la DBS Superleggera e DB11, ci cui sfrutta anche il V8 4.0 litri biturbo da 510 cavalli. Nel 2019 è stata lanciata la versione speciale AMR (Aston Martin Racing), prodotta in soli 200 esemplari, per celebrare il sessantesimo anniversario della vittoria alla 24 Ore di Le Mans del 1959 della DBR1.
Cosa più unica che rara per una supercar, la AMR ha fatto esordire sulla Vantage un cambio manuale a sette marce realizzato dall’azienda specializzata Graziano Trasmissioni, che sarà disponibile anche sui modelli standard in alternativa all’automatico.