La diffusione in Cina del coronavirus ha gravemente compromesso l’attività commerciale in praticamente tutti i settori, compreso il mercato auto, il più importante del mondo in termini di volumi. Per fronteggiare la crisi, Geely - uno dei più importanti costruttori cinesi con 12 fabbriche e più di 50mila dipendenti e che tra gli altri, detiene la proprietà dei marchi Volvo e Lotus, oltre a quasi il 10% di quote del gruppo Daimler - ha lanciato un servizio che permette di acquistare i suoi veicoli online, consegnandoli direttamente a domicilio. Se richiesto, è possibile anche effettuare un test drive a partire dalla proprio abitazione, senza doversi recare presso i concessionari.
Una scelta quasi obbligata visto che le autorità locali consigliano alla popolazione di uscire il meno possibile e molte famiglie sono in quarantena volontaria ormai da più di un mese.
Anche Bmw e Mercedes - che producono mezzi in Cina - hanno avviato servizi analoghi. Tesla - che ha investito 2 miliardi di dollari per la sua fabbrica a Shanghai - già da diversi anni consente di comprare i propri mezzi anche via web (non solo in Cina) ma sta intensificando la promozione delle consegne a domicilio delle sue elettriche.
Crollo verticale
Nei primi 16 giorni di febbraio le consegne di vetture nel Paese sono drasticamente crollate di oltre il 92% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Nonostante la enorme contrazione di febbraio, stando a quanto riportato dall’associazione cinese dei costruttori di automobili (Caam), nel 2020 il calo di vendite a livello nazionale non dovrebbe superare il 5/10% rispetto al 2019. A condizione che l’epidemia venga effettivamente contenuta entro aprile come stimato dagli organi sanitari. Altrimenti, la maggior parte dei produttori cinesi di auto, soprattutto quelli che hanno investito di più negli ultimi anni soprattutto nella elettrificazione - come Geely - rischiano il collasso.