In Giappone si studiano provvedimenti per minimizzare l’impatto dell’epidemia cinese di coronavirus sul settore automobilistico. Il ministero dell’economia di Tokyo ha annunciato la creazione di un pool di esperti, che include anche rappresentanti dei principali costruttori e fornitori locali, con l’obiettivo di mettere a punto una strategia per superare la crisi.
Tra i più colpiti Honda e Toyota
“La nostra industria automobilistica non ha ancora subito pesanti conseguenze a causa del virus, tuttavia vogliamo reagire per tempo ed essere pronti ad affrontare ogni evenienza” ha dichiarato Futoshi Kono, capo della sezione automotive del Ministero dell’economia e del commercio.
Lo scoppio dell’epidemia di coronavirus ha provocato l’interruzione della produzione negli impianti cinesi di molte Case automobilistiche. Tra i più colpiti ci sono stati i costruttori giapponesi Honda e Toyota, che in Cina possiedono numerosi e importanti stabilimenti, nonché i fornitori di componenti per auto, che sono andati incontro ad un drastico calo negli ordinativi da parte dei siti cinesi.
Impianti verso la riapertura
Toyota ha parzialmente ripreso le attività negli impianti di Guangzhou, Changchun, e Tianjin, dove opera in joint venture con i colossi locali Guangzhou Automobile Group e FAW, mentre Honda ha programmato di riaprire oggi 21 febbraio il suo stabilimento di Wuhan, città epicentro dell’epidemia, con avvio della produzione prevista tra 72 ore.