Il numero uno del gruppo Volkswagen Herbert Diess dice no al carbone e appoggia i giovani che manifestano contro l’inquinamento globale, in un post scritto su Linkedin.
"Se la Germania non farà progressi nell'eliminazione graduale del carbone, non possiamo aspettarci che lo facciano anche gli altri", scrive il manager, annunciando la chiusura di due fabbriche che vanno a carbone vicino Wolfsburg in modo da ridurre dal 2022 le emissioni di CO2 negli impianti per circa il 60% equivalenti alla produzione di 870.000 auto. In più, Diess chiede al governo tedesco di accelerare il ricorso ad altre energie. "Capisco tutti i ragazzi che scendono nelle strade durante i Fridays for Future (le manifestazioni del movimento creato dalla attivista svedese Greta Thunberg ndr)”, "senza energia pulita non c'è mobilità pulita".
Il gruppo Volkswagen oggi è quello che ha investito maggiormente sull'elettrificazione, 60 miliardi di euro fino al 2024, con un accelerazione dovuta allo scandalo dieselgate nel settembre del 2015 di cui è stato protagonista. Il colosso di Wolfsburg ha appena varato un altro risarcimento di 830 milioni di euro, questa volta per i consumatori tedeschi.
Favorevole al Klimapaket
Diess si era già detto favorevole al Klimapaket, ovvero il piano salva-clima da 100 miliardi di euro annunciato a settembre dalla cancelliera Merkel seguendo il quale la Germania taglierà entro il 2030 il 55% delle emissioni di gas serra.