Uber rivede i tempi per raggiungere il pareggio di bilancio. La società di ride-hailing spera di arrivare alla redditività entro la fine del 2020, anticipando di un anno l’obiettivo rispetto a quanto annunciato in precedenza. Tutto questo anche se l’ultimo periodo non è stato roseo: nell’ultimo trimestre del 2019 la compagnia ha registrato perdite per 1,1 miliardi di dollari.
L’amministratore delegato Dara Khosrowshahi ha promesso altri tagli nei costi e uno sviluppo ulteriore del servizio “premium” che permetteranno a Uber di registrare un trimestre in utile. I mercati hanno premiato l’annuncio del ceo e ieri a New York il titolo ha guadagnato il 5%, nonostante appunto i risultati negativi dello scorso anno.
111 milioni di utenti attivi
Khosrowshahi ha rassicurato gli investitori: “Stiamo aumentando giorno dopo giorno la base di utenti iscritti e che utilizzano il nostro servizio. Quelli mensili globali attivi sono arrivati a più di 111 milioni”.
Secondo alcuni analisti della società Cascend Securities, il tallone d’Achille della compagnia americana sarebbe Uber Eats. La divisione dedicata alle consegne alimentari non riesce ad essere competitiva e farebbe perdere all'azienda moltissimi soldi. Tre quarti dei ricavi di Uber vengono realizzati dal servizio di ride-hailing, in particolare grazie a Uber Comfort, che utilizza auto di grandi dimensioni per il trasporto passeggeri.
Tuttavia i costi totali della società sono aumentati del 25,2% a oltre 5 miliardi di dollari nel trimestre. Il fatturato di Uber Eats è cresciuto del 14% su base trimestrale, ma la spesa fatta per gli incentivi promozionali (cresciuti del 4%) ha superato il fatturato.