LONDRA - La Gran Bretagna vieterà la vendita di nuove auto a benzina, diesel e anche ibride a partire dal 2035, cinque anni prima del previsto (la data fissata in precedenza era il 2040), nel tentativo di ridurre l'inquinamento atmosferico e accelerare la fine di oltre un secolo di dipendenza dal motore a combustione interna.
Lo ha detto - in occasione di un evento di lancio della COP26 al Museo della Scienza di Londra - il primo ministro Boris Johnson: "Dobbiamo occuparci delle nostre emissioni di CO2. Come Paese e come società, come pianeta, come specie, dobbiamo agire ora."
Il governo – che ha fatto sapere che comunque la decisione sarà soggetta a una consultazione pubblica – potrebbe agire addirittura anche prima del 2035, se fosse possibile una transizione più rapida verso la mobilità 100% elettrica.
Problema globale
Mentre l’Unione europea – da cui il Regno Unito è ufficialmente uscito lo scorso 31 gennaio – ha introdotto norme più severe riguardo le emissioni di biossido di carbonio, in molti Paesi del mondo e soprattutto nelle principali città sono state annunciate misure di difesa dell’aria attraverso, soprattutto, il divieto di circolazione alle auto diesel.
I sindaci di Parigi, Madrid, Città del Messico e Atene fra le altre hanno dichiarato di voler bandire i veicoli a gasolio dai centri cittadini entro il 2025. A livello nazionale, la Francia per esempio si appresta a vietare la vendita di auto che utilizzano combustibili fossili entro il 2040.
Reazioni negative
La proposta di Johnson ha riscosso molte critiche da parte sia degli esperti che dei semplici cittadini. La data del 2035 viene considerata troppo vicina e i potenziali acquirenti di modelli più ecologici sono preoccupati per la limitata disponibilità di punti di ricarica, la ristrettezza della gamma che presenta soltanto pochi modelli e il loro costo giudicato troppo elevato.
Nonostante la domanda di veicoli elettrici sia aumentata in Gran Bretagna, il secondo mercato più grande in Europa per questo tipo di auto dopo la Germania, i modelli diesel e benzina rappresentano ancora il 90% delle vendite.
Il governo di Londra ha confermato nel 2019 l’investimento di oltre 2,5 milioni di sterline per finanziare l'installazione di più di 1.000 nuovi punti di carica per i veicoli elettrici sulle strade pubbliche. Ma tutto questo sembra non bastare a sostenere la domanda di vetture a zero emissioni.
Attesa per Glasgow
Il vertice COP26 è previsto per il prossimo novembre (dal 9 al 19) a Glasgow ed è visto come un momento della verità per la definitiva applicazione dell’accordo di Parigi del 2015 siglato per combattere il riscaldamento globale. La Gran Bretagna si è impegnata a raggiungere le emissioni zero entro il 2050. A questo proposito Johnson ha previsto che l'eliminazione graduale delle centrali elettriche a carbone nel Paese sarebbe stata anticipata di un anno fino al 2024. Il carbone fornisce oggi solo il 3% dell'elettricità al Regno Unito, in calo rispetto al 70% di tre decenni fa.
Il lancio della COP26 da parte di Boris Johnson è stato l'occasione per un attacco frontale contro il primo ministro da parte dell'ex capo del vertice Clare O'Neill, ex parlamentare del partito conservatore, licenziata dall'incarico la settimana scorsa. Johnson - secondo la stampa britannica - avrebbe offerto il ruolo al suo predecessore, e acerrimo rivale all'interno del partito, David Cameron, il quale avrebbe però rifiutato.