Escluse dai blocchi del traffico, anche quelli più rigorosi come nella Capitale. Le auto bi-fuel, ovvero quelle che funzionano sia a benzina sia a Gpl o metano, sono state a lungo considerate un’alternativa alle alimentazioni convenzionali, tanto che a partire dagli anni ’90 si è assistito ad un boom di queste motorizzazioni, sostenuto dagli incentivi ministeriali finiti poi nel 2014. Nell’ultimo periodo stiamo però assistendo ad una ripresa di questo settore, complice il fatto che per molti costituisce una scelta in generale meno costosa rispetto all’elettrificazione.
Buona prestazione per il metano
In Italia nel 2019 le immatricolazioni di auto a metano sono cresciute del 3% (38.620 unità), raggiungendo una quota di mercato del 2%, il valore più alto a livello europeo. Nel vecchio continente il nostro Paese è in testa per quanto riguarda tale soluzione, con circa un milione di veicoli circolanti. La vettura con questa alimentazione più venduta è stata la Volkswagen Golf (5.745 unità), seguita dalla Volkswagen Up! (5.629) e dalla Fiat Panda (4.667).
Leader in Europa per il Gpl
Il Gpl fa registrare performance ancora migliori, sia in termini di variazione percentuale che di valore assoluto: nel 2019 in Italia sono state immatricolate 136.841 auto con questa alimentazione, in crescita del 9,1%. La quota di mercato è passata dal 6,5% del 2018 al 7,1%, un vero e proprio unicum in Europa, dove invece la media si attesta attorno allo 0,4%.
I veicoli a Gpl circolanti nel nostro Paese sono 2,5 milioni e l’auto più gettonata lo scorso anno è stata la Dacia Duster (23.398 unità), con al secondo posto la Fiat Panda (21.391) e al terzo la Lancia Ypsilon (18.409).
Sempre idrocarburi ma più puliti
Il metano (chiamato talvolta gas naturale) e il Gpl sono idrocarburi, il cui utilizzo come combustibile - al pari di benzina e diesel - produce anidride carbonica e altre sostanze inquinanti. Tuttavia, a differenza dei due più diffusi carburanti, le emissioni di CO2 sono inferiori di una quantità che può variare tra il 10 e il 20%, a seconda dei casi. Vantaggi si possono poi ottenere per quanto riguarda gli ossidi di azoto (NOx), soprattutto nei confronti dei diesel, rispetto ai quali i valori possono arrivare ad essere anche più di quattro volte inferiori.