Dopo Uber, che ha rilasciato nel dicembre scorso un dettagliato rapporto sulla sicurezza a bordo dei suoi mezzi che effettuano servizio di taxi ma con auto private, anche la concorrente Lyft prende posizione su questo spinoso problema. La compagnia ha deciso quindi di iniziare il 2020 sotto il segno della prevenzione e ha annunciato la creazione di un nuovo organismo, il Safety Advisory Council.
Il gruppo di lavoro è costituito da esperti che avranno il compito di studiare come tutelare tutti gli utenti, guidatori e cittadini che usufruiscono del servizio, e prevenire il ripetersi di spiacevoli episodi di violenza che hanno purtroppo contraddistinto le cronache di questi ultimi anni. “Non c'è niente di più importante della sicurezza dei nostri conducenti e passeggeri”, si legge sul sito dell'azienda.
I protagonisti del progetto
Il nuovo Safety Advisory Council è guidato dal consigliere generale Kristin Sverchek e da Anthony Foxx, oggi Chief Policy Officer di Lyft e in passato Segretario dei Trasporti sotto l'amministrazione Obama.
Il progetto includerà alcuni rappresentanti della Rape, Abuse & Incest (RAINN), la più grande organizzazione americana senza scopo di lucro che studia e combatte il fenomeno di violenza sessuale, insieme ai promotori della campagna di sensibilizzazione “It's on us” lanciata nel 2014 proprio dall'ex presidente degli Usa Barack Obama.
“Man mano che la piattaforma Lyft cresce, purtroppo, aumentano anche gli episodi legati ai problemi di sicurezza, che toccano tutti gli aspetti della società in cui viviamo” - ha dichiarato Eman Barhoumeh, vice responsabile per la sicurezza di Lyft nonché promotrice del progetto, che ha aggiunto - “Apprezzo molto l'adesione dei membri del nuovo consiglio che hanno offerto tempo e impegno per questo importante sforzo condiviso”.
Fenomeno spaventoso
Il rapporto biennale di Uber sulla sicurezza negli Stati Uniti - pubblicato da Uber a dicembre 2019 - parlava, in riferimento al 2018, di oltre 3 mila segnalazioni di violenza sessuale su un totale di quasi 1,3 miliardi di corse. Abbastanza per riaccendere le polemiche sulle garanzie per conducenti ma soprattutto clienti, in particolare le donne.