LONDRA - Un taxi dal Regno Unito al Giappone. A Tokyo, a partire dalla prossima primavera, entreranno in circolazione le prime auto pubbliche a batteria caratterizzate dall'inconfondibile stile nero che da decenni fanno parte del panorama della città britanniche.
La London Electric Vehicle Company - la società del gruppo cinese Geely che costruisce dal 2017 i veicoli elettrici ad Ansty Park, vicino Coventry - ha infatti annunciato di aver concluso un accordo con la Fleetway and Service Company di Yokohama per l'importazione in Giappone già del suo Tx a partire dal secondo trimestre di quest'anno.
Il mezzo è alimentato da un sistema ibrido ricaricabile plug-in: combina un motore benzina da 1,5 litri che funziona da range extender a un pacco batterie ad altra autonomia. Complessivamente il taxi - che ospita fino a sei persone - ha un'autonomia, viaggiando al 100% in elettrico, di oltre 130 chilometri ed è dotato di molte comodità a bordo, come le prese usb per la ricarica di smartphone e laptop.
In strada per le Olimpiadi
In Giappone circolano oggi circa 240mila taxi, di cui oltre 50mila nella sola area di Tokyo. Numeri previsti in crescita, anche in vista dell'appuntamento olimpico, che sarà ospitato nella capitale del Paese del Sol levante dal 24 luglio al 9 agosto prossimi.
Joerg Hoffmann - ceo di Levc - ha commentato: "Siamo felici di poter allargare il nostro contributo a una mobilità più amica dell'ambiente esportando i mezzi che produciamo anche in Giappone. Stiamo reinventando una classica icona britannica e nello stesso momento proviamo a trasformare un costruttore di taxi in un'azienda di green mobility di livello mondiale".
2019 da incorniciare
L'accordo con il Giappone arriva al termine di un anno che è stato particolarmente fortunato per Levc. Nel 2019 le vendite del Tx sono praticamente raddoppiate rispetto al 2018, arrivando a superare le 2.500 unità. Complessivamente, dal lancio del nuovo taxi a batteria, gli esemplari commercializzati sono stati oltre 3.800. Tra i mercati principali, oltre evidentemente al Regno Unito, Germania, Svizzera, Francia, Danimarca e Medio Oriente.
Secondo Hoffmann, entro il 2022 il 60% dei mezzi prodotti a Coventry sarà destinato all'esportazione, mentre il restante 40% coprirà la richiesta interna del Regno Unito.