L'ultimo fatto risale a questa mattina di venerdì 10 gennaio: chiusa la galleria Ricchini sulla A6, nel savonese, a causa del distaccamento della volta. Proprio poco tempo fa stesso destino è toccato ai tunnel sulla A26 e A10.
Già segnalate dai Lavori pubblici
Sempre questa mattina è uscita la notizia di un documento che il Consiglio superiore dei Lavori pubblici avrebbe inviato, due mesi prima del crollo del ponte Morandi, al ministero Infrastrutture e trasporti (oltre che alle concessionarie autostradali interessate, ai Vigili del Fuoco e a tutti i provveditorati alle Opere pubbliche del Paese) per segnalare la presenza lungo la rete autostradale d'Italia di 200 gallerie a rischio crolli e cedimenti: 105 sono situate lungo la rete gestita da Autostrade per l'Italia (Aspi), le restanti su quelle delle altre concessionarie.
Mancano i requisiti minimi
Tutti i tunnel sono stati segnalati per anomalie e non conformità alla normativa europea in materia (direttiva 54/2004). Tanto per dirne qualcuna non sono adeguatamente impermeabilizzati, non hanno sufficienti sistemi di sicurezza, mancano luci d'emergenza e vie di fuga, sistemi di videosorveglianza, dispositivi di rilevamento fumi e allarme antincendio.
105 sono sulla rete Aspi
Le gallerie sono dettagliatamente segnalate. Nell'elenco dei 105 tunnel sulla rete Aspi, per esempio, alcune sono tra Liguria, Piemonte ed Emilia Romagna: sulla A26, ci sono la Turchino, vicino Genova, la Mottarone, a Verbania. Sulla A10 Genova-Savona la Coronata, vicina al viadotto Morandi, sulla A12 Genova-Rosignano la Monte Quezzi, la Veilino, la Monte Sperone e la Maddalena tra Rapallo e Sestri Levante, sulla A7, Genova-Milano Serravalle, la Bolzaneto Uno, la Monte Sperone e la Monreale.
Spostandoci a Nord Est, viene citata la Tarvisio sulla A23, la Udine-Tarvisio, mentre sulla A14 Adriatica, la Pedaso e la Casello Grottamare che fu il 23 agosto del 2018 a causa dall’incendio di un camion, riaperta dopo 6 mesi.
Ricordiamo che proprio in questi giorni la Magistratura sta verificando se le concessionarie interessate, dopo le segnalazioni del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, abbiano provveduto a sanare le anomalie e carenze dei tunnel di propria competenza entro la scadenza richiesta fissata ad aprile dello scorso anno.