Il Cybertruck di Tesla ha già la sua casa, anzi un cyber garage. Una struttura modulare aerodinamica e resistente a ogni clima chiamata Cybunker, progettata da LarsBuro, uno dei più visionari studi di design di New York.
Obiettivo: stupire e ispirare
Il piccolo “incidente” occorso durante la presentazione a Los Angeles del nuovo pickup elettrico di Elon Musk (la rottura dei vetri infrangibili) e le critiche di molti commentatori sulle linee spigolose da carro armato o modulo di atterraggio lunare (“brutto come il diavolo” ha scritto qualche rivista) si rivelano, ancora una volta, la benzina che alimenta il successo del costruttore californiano. Per Musk l’obiettivo è raggiunto: stupire il pubblico, far discutere e raccogliere pre-ordini (250mila a pochi giorni dall'apertura delle vendite del futuristico Cybertruck).
E adesso c’è anche un designer che, anziché criticare, si lascia ispirare. Meglio che tagliare il telaio: “Abbiamo sentito che il nuovo Cybertruck di Tesla non entra nel garage americano standard”, hanno spiegato su LinkedIn i progettisti di LarsBuro. “Volevamo proporre di tagliare il telaio di 16 pollici, ma poi abbiamo deciso di progettare un garage su misura. Ecco il Cybunker”.
In caso di guerra
Il Cybunker (i rendering e la descrizione si trovano sul sito di LarsBuro) misura complessivamente 1.800 piedi quadri (circa 165 metri quadri), di cui 600 piedi quadri sono separati da cancelli pieghevoli per ospitare veicoli o attrezzi. Il resto dello spazio è personalizzabile: magazzino, appartamento, negozio, rifugio anti-città o bunker in caso di cataclisma.
È una struttura che possiamo facilmente collocare negli scenari del prossimo futuro. O in un film di James Bond. Nei rendering dello studio di design newyorkese il severo corpo in acciaio con finestre in vetro blindato (anche nel bunker si può godere del panorama esterno) si staglia tra le montagne, nel mezzo del deserto o in un quartiere suburbano, tra distese innevate, sotto il sole cocente o di fronte alla spiaggia: le condizioni esterne non sono un problema e la struttura si autoalimenta grazie ai pannelli solari sul tetto e alla cisterna dell’acqua. Oppure si collega alla rete domestica per assolvere la semplice funzione di garage a prova di veicoli extra large. A garantire la sua natura hitech, la “scheda madre” del Cybunker, che, come in un computer, ospita tutti i sistemi della struttura, da quelli digitali alla gestione di elettricità e acqua.
Va pure su Marte
“Che sia nella località più remota o in un quartiere suburbano, il Cybunker garantisce un sistema versatile e a prova di futuro che soddisfa le più esigenti richieste”, scrivono sul loro sito i progettisti di LarsBuro. Le località remote non escludono quelle extraterrestri, se teniamo fede ai vari rendering, tra cui vediamo l’immagine del Cybunker su un inequivocabile panorama marziano di pietre rosse, con accanto il Cybertruck e una figura in tuta spaziale.