Non sono buone le notizie che arrivano dai tre costruttori premium per eccellenza: Audi, Bmw e Daimler. Nonostante le Case siano tra le realtà con i migliori risultati economici, i tre brand tedeschi hanno varato a poche ore di distanza importanti piani per tagliare i costi.
Un decimo di occupati in meno
Partiamo da Ingolstadt. Per Audi si prevede una riduzione di oltre un decimo della propria forza lavoro (10,5%) entro il 2025, un totale di 9.500 posti di lavoro in meno, solo parzialmente compensati da 2mila nuove assunzioni in settori connessi con le nuove tecnologie.
L’obiettivo è quello di ottenere risparmi per circa 6 miliardi di euro da reinvestire in ricerca e sviluppo. In compenso, il brand del gruppo Volkswagen ha promesso che gli esuberi si tradurranno solo in pensionamenti anticipati, con i licenziamenti che saranno bloccati fino al 2029.
Solidarietà per Bmw
Della stessa entità i tagli che interesseranno Daimler: 10% del proprio personale (incluse le posizioni manageriali), per un totale di circa 10mila dipendenti in meno. In questo caso i risparmi previsti sono di 1,4 miliardi di euro entro il 2022.
Meno drastiche, invece, le misure adottate da Bmw: la Casa di Monaco ricorrerà a contratti part-time, pre-pensionamenti e altre forme di solidarietà, ma il risparmio nei costi preventivato è il più consistente: ben 12miliardi di dollari entro il 2022.
Le vendite non sono un problema
A differenza delle altre Case, a muovere i tre brand premium non è l’esigenza immediata di fare cassa. Audi, Bmw e Mercedes sono tra le realtà con i risultati migliori per quanto riguarda i margini di profitto, e persino in Cina, dove tutti stanno subendo cali a due cifre, i tre marchi tedeschi ottengono ancora buoni risultati: nella prima metà del 2019 Mercedes ha registrato un +1,3%, Audi un +1,9% e Bmw è arrivata persino a toccare un +16,8%.
Incognite all'orizzonte
E' la dimostrazione che tutte le Case si stanno preparando ad affrontare qualcosa con cui non hanno mai dovuto confrontarsi prima: un cambiamento radicale nel concetto stesso di mobilità, i cui motori saranno l’elettrificazione, la guida autonoma, il declino nella proprietà dei veicoli, l’affermarsi del concetto di automobile come servizio e non più come bene. Quanto tempo e quante risorse saranno necessarie non ci è dato sapere.
E’ anche a questo stato di incertezza che si deve la tendenza a creare realtà di grandi dimensioni, che possano rispondere meglio alle incognite del futuro, come dimostrano i numerosi accordi tra brand per dare vita a sinergie, o addirittura il progetto di fusione tra i gruppi Fca e Psa. Ma la reazione più diffusa, e più semplice da realizzare, è snellire le fonti di spesa. Anche per prepararsi alle multe che le Case potrebbero dover pagare in Europa per aver sforato i limiti nella quantità di CO2 emessa.