“Cars: Accelerating the Modern World”, retrospettiva dedicata all’impatto dell’automobile sulla società moderna, in mostra a Londra al Victorian and Albert Museum di Cromwell Road dal 23 novembre, ha fra le protagoniste anche un mito italiano come la Fiat 600 Multipla. La vettura, che fa parte della collezione Fca Heritage, rappresenta una pietra miliare anticipatrice di tendenze diventate strategiche sul mercato soltanto una trentina d’anni dopo la sua nascita.
Mito italiano
Prima monovolume prodotta in serie, la Multipla viene lanciata al Salone di Bruxelles del 1956 come variante “familiare” della utilitaria presentata l’anno precedente e destinata ad un ruolo sociale importante nel nostro Paese. Il suo compito è quello di sostituire le derivate Giardiniera-Belvedere della 500 “Topolino”, dovendo però superare l’ostacolo di una meccanica, con motore posteriore, che rende difficile il migliore utilizzo degli spazi disponibili.
La soluzione geniale, sviluppata dal team di Dante Giacosa, porta così ad una carrozzeria che, praticamente eliminando il volume anteriore, permette in poco più di tre metri e mezzo di ottenere un abitacolo dalla straordinaria versatilità. Fino a sei persone possono essere ospitate su tre file di sedili o, abbattendo i posteriori, la Multipla può trasformarsi in un vero e proprio furgoncino, offrendo inoltre la prerogativa delle due porte in più. Dalla berlina viene ripreso il quattro cilindri da 21,5 cavalli per 90 chilometri orari di velocità massima, mentre le sospensioni anteriori sono di origine 1100/103 e favoriscono una buona dinamica su strada.
Servizio taxi
I tratti sconcertanti per il pubblico di allora, il posto di guida avanzatissimo da veicolo commerciale e un prezzo che parte da 730mila lire, rispetto alle 595mila della normale 600, non favoriscono le vendite di una Fiat forse troppo controcorrente, che troverà consensi soprattutto come mezzo da lavoro e in particolare come taxi, a lungo nel panorama delle grandi città grazie alle doti di maneggevolezza e ai limitati ingombri a fronte dell’ottima abitabilità. Nel 1960 il motore crescerà a 750, per 29 cavalli e oltre 100 chilometri orari di punta, accompagnando la Multipla fino al 1967 e alla quota, comunque non certo disprezzabile, di 240mila unità costruite.
L’anticonformismo e l’intelligenza delle soluzioni, che del resto si ritroveranno nella omonima moderna erede in campo dal 1998 al 2010, fanno di questa antesignana delle monovolume un punto fermo nella storia del marchio, in festa nel 2019 per il suo 120esimo anniversario.