TOKYO - La prima vettura completamente elettrica di Mazda si chiama MX-30, una crossover compatta. Lunga 4,39 metri, è basata sulla stessa piattaforma del suv CX-30 (spinto però da motorizzazioni termiche) in attesa che il costruttore sviluppi assieme a Toyota un pianale dedicato per le sue auto a zero emissioni. Se però al primo sguardo il nuovo modello giapponese non stupisce per le sue linee, “nel nome rivela che si tratta di un’auto speciale”, ci dice la top manager e collaudatrice Tomiko Takeuchi, una donna di 45 anni che dirige lo sviluppo dei modelli della Casa di Hiroshima. Una vera eccezionalità nell'industria automobilistica giapponese, generalmente più al maschile che altrove.
La sigla MX
"Speciale"? La sigla MX indica per Mazda le vetture che in un modo o nell’altro hanno aperto un inedito corso nella sua storia, anticipando i tempi e lanciando nuove sfide. Come è stato per la MX-81 del 1981, prototipo disegnato da Bertone che tra le tante è stata la prima automobile con un cruscotto digitale realizzato impiegando un mini televisore a tubo catodico. Oppure per la spider MX-5, presentata nel 1989 quando quasi tutti i costruttori avevano abbandonato le roadster, diventata nelle sue 4 generazioni un vero fenomeno e la più venduta in assoluto nella categoria.
Il suono del silenzio
Seguendo la provocazione di Tomiko Takeuchi, la MX-30 è a suo modo speciale sia perché è la prima elettrica del marchio, sia per una serie di scelte stilistiche originali. La prima riguarda le portiere prive di montante centrale, che si aprono ad armadio, soluzione forse azzardata per un'auto di serie. Poi sulla plancia c'è una console fluttuante dotata di controlli touch, mentre nell'abitacolo ci sono segni di passato e futuro con l'unione di materiali naturali, tra cui il sughero - a ricordare l'origine della Mazda nata nel 1920 come azienda per la lavorazione della pregiata corteccia - e componenti ottenute da plastiche riciclate.
Il sistema audio è in grado di riprodurre nell’abitacolo un suono elettronico sincronizzato per frequenza e intensità alla coppia dal motore elettrico. Un modo perché la MX-30 riesca a fare la differenza provando a coinvolgere ancora di più passeggeri e guidatore.
Un range extender Wankel
Le caratteristiche tecniche definitive della MX-30, già ordinabile in Italia con prezzi a partire da 34.900 euro con prime consegne nel 2020, ancora non sono state comunicate. La vettura eredita però il sistema elettrico che Mazda ha sperimentato nei mesi scorsi sul prototipo e-Tpv, con una potenza di circa 150 chilowatt (200 cavalli). Ad alimentarla è una batteria da 35,5 chilowattora, più compatta e meno costosa, capace di garantire una autonomia di 200 chilometri.
Un raggio d'azione dunque con un occhio a un uso prevalentemente urbano ma che nel prossimo futuro potrà essere esteso grazie ad un range extender a benzina fatto da un piccolo motore rotativo Wankel. Sistema rilevato da Mazda negli anni '50 dopo l'esordio automobilistico negli anni '20 da un'idea dell'ingegnere tedesco Felix Wankel, messo da parte e ora rilanciato. Un'altra proposta speciale per un'auto siglata MX, direbbe Tomiko Takeuchi.