Ultimo aggiornamento  30 marzo 2023 03:39

Giappone, un mercato in altalena.

Angelo Berchicci ·

Con 8,35 milioni di auto prodotte e 4,39 milioni di nuove immatricolazioni, nel 2018 il Giappone si è confermato il terzo mercato al mondo dopo Cina e Stati Uniti, e il secondo produttore di vetture dopo la Cina (e prima della Germania).

Un andamento altalenante

Il mercato giapponese dell’auto è caratterizzato da un’accentuata volatilità. Dopo una chiusura del 2018 in sostanziale pareggio (+0,1%), il 2019 si sta dimostrando un anno altamente incerto. La buona apertura di gennaio (+2,6%) ha lasciato il posto ad un calo del 4% a marzo, poi compensato dai risultati di aprile e maggio (+3,4% e +6,6%). A luglio si è verificato un secondo calo del 4%, prima del balzo del 16,4% di agosto. A settembre il trend positivo è stato confermato, con un aumento del 12,9% nelle immatricolazioni, che porta il totale da inizio anno a un +2,9%.

Gli interrogativi 

Difficile con queste fluttuazioni fare previsioni sulla chiusura dell’anno, anche se i segnali portano a pensare che i prossimi mesi saranno interessati da una contrazione. Il più grande freno alla domanda di auto nuove sembra essere l’aumento dell’imposta sui consumi, la cui aliquota il primo ottobre è passata dall’8% al 10%. Un’operazione che il governo di Shinzo Abe rimandava da un anno e su cui ora sono puntati gli occhi di tutti.

Nel 2014, infatti, un simile incremento dell’imposta sui consumi aveva provocato un brusco stop nell’economia e innescato un tracollo della spesa in automobili. Ad alimentare l’incertezza contribuiscono poi le tensioni commerciali tra Usa e Cina, che rischiano di danneggiare un settore dell’automotive fortemente votato alle esportazioni come quello giapponese.

Infine, molti consumatori stanno rimandando le decisioni di acquisto in attesa di capire come evolverà il settore delle kei Car, le vetture sotto i 660 di cilindrata, un segmento a cui appartengono le prime quattro auto più vendute in Giappone. Il governo ha infatti annunciato l’intenzione di modificare la normativa sulle micro-vetture per renderle meno vantaggiose rispetto alle automobili più grandi.

I costruttori

Il mercato interno è dominato da Toyota (29,4% del totale), che da inizio anno sta vivendo una crescita del 6,3%. Al secondo posto si posiziona Honda (14,5%), che da gennaio fa registrare un +6,1% nelle vendite, mentre al terzo troviamo Suzuki (12,9%), che invece perde il 3%. Incoraggiante la crescita di Daihatsu (+9%), che con una quota di mercato del 12,6% guadagna il quarto posto ai danni di Nissan, in caduta del 4,8% e ora quinta con uno share dell’11,3%.

Le elettrificate

Nonostante i costruttori giapponesi siano in prima linea nel processo di elettrificazione, i dati di vendita nel Paese non sono particolarmente significativi. Nel 2018 le vendite di "veicoli elettrici plug-in", una categoria in cui rientrano sia le auto full-electric che le ibride plug-in, sono diminuite del 7% attestandosi a 52mila unità. Come conseguenza, la quota di mercato è passata dall'1,23% del 2017 all'1,13%. La diminuzione è frutto principalmente della cattiva performance della Toyota Prius ibrida plug-in, le cui vendite sono diminuite del 54% in un anno, facendole perdere lo scettro di vettura elettrificata più venduta in favore della full-electric Nissan Leaf. Il Paese sconta anche un certo ritardo nelle infrastrutture di ricarica: le colonnine pubbliche sono 22mila, ma tra queste solo 7mila sono a ricarica rapida. 

Anche le immatricolazioni di auto a idrogeno sono diminuite nel 2018, passando a 612 nuove unità dalle 849 del 2017. In totale nel Paese asiatico circolano 3400 veicoli dotati di celle a combustibile, e le stazioni di rifornimento sono 109. Si prevede lungo quindi il percorso immaginato dal governo, che mira a raggiungere le 800mila vetture a idrogeno le 900 stazioni entro il 2030.  

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