L’importante era che a vincere fosse una Ferrari. Una doppietta poi è qualcosa che alla vigilia della gara nessuno si sognava di poter realizzare. Dopo la pole ci si aspettava la vittoria di Leclerc, ma il gioco dei pit stop ha consegnato la gara a Vettel, che aveva anticipato lo stop per tenere a bada Verstappen.
La Ferrari non ha giocato sporco, non ha favorito un pilota piuttosto che l’altro. E’ l’evoluzione della gara ad aver favorito Vettel e poi, andare a togliergli la vittoria, non avrebbe avuto senso. Perché per battere la Mercedes ci vuole una Ferrari a due punte e fermare Seb avrebbe significato la rottura completa.
Così invece si festeggia la terza vittoria di fila della Ferrari, un evento che non capitava dal 2008 dai tempi di Massa e Kimi (che arrivarono a quattro consecutive). E le parole di Leclerc alla fine non sono state pungenti. Era arrabbiato, ovviamente, ma ha preferito sottolineare il grande giorno della Ferrari, la prima doppietta stagionale. Leclerc voleva vincere, voleva un ordine dai box, lo si è capito dai suoi messaggi via radio, da quel “datemi tutto… non farà follie… non capisco”. Ma dopo che a Monza aveva fatto il furbetto in qualifica, qui è rimasto imbrigliato dalla strategia studiata per battere le Mercedes, non per ribaltare la classifica dei due piloti in rosso.
Ha prevalso la ragion di Stato. Ha prevalso la Ferrari. Giusto così senza campionato in gioco. Vettel era in battaglia con Verstappen, Leclerc era in lotta con Hamilton. Il gioco del pit ha portato Vettel davanti a tutti e Verstappen davanti a Hamilton. Chi si è fermato prima l’ha avuta vinta in pista. E la Mercedes è addirittura finita giù dal podio su una pista che sembrava fatta apposta per Hamilton… Dopo aver vinto a Spa e a Monza, rivincere a Singapore significa che oggi la SF90 è tornata ad essere vincente dovunque. Per questo la vittoria è soprattutto di squadra. Di chi ha lavorato sulle modifiche che hanno trasformato la monoposto.
Commento pubblicato sul blog Top Speed