Con l’elettrica ID.3, presentata nella edizione definitiva al Salone di Francoforte, Volkswagen ha avviato un nuovo corso che, nelle intenzioni, vorrebbe diventasse importante per la storia del marchio al pari dell'epopea del Maggiolino (1938) e della Golf (1974). Compito della vettura a batterie di Wolfsburg è infatti quello di aprire definitivamente per il costruttore la via all’elettrificazione di massa. La ID.3 come l’”auto del popolo” che non inquina, basata su una inedita piattaforma modulare Meb (dal tedesco Modulare E-Antriebs-Baukasten).
Pronta anche per il mercato
Questa nuova architettura rappresenta un elemento chiave nella strategia di elettrificazione del gruppo Volkswagen. Entro il 2028 circa 15 milioni di veicoli dei vari brand appartenenti al colosso tedesco saranno prodotti utilizzandola come base. In più, il gruppo punta a venderla sul mercato ad altri costruttori per favorire le economie di scala, ridurre i costi e aumentare la diffusione delle auto elettriche.
Sulla Meb il sistema di propulsione principale è integrato nella nell'assale posteriore, assieme alla elettronica di potenza e il cambio. Mentre la batteria per l’alimentazione, scalabile nella struttura per offrire tre capacità diverse, è di forma piatta e disposta sul pianale. Nel caso della ID.3, la vettura ha dimensioni di una Golf ma un volume interno paragonabile a quello di una più grande Passat.