La Porsche 911, di cui è stata appena lanciata l'ottava generazione, è l’auto con i margini di guadagno più alti di tutti.
Stando ai dati raccolti da Bloomberg Intelligence, la nuova Carrera da 350 cavalli - conosciuta anche come 992 - ha dato un'ulteriore spinta al fatturato. Nell'anno solare finito lo scorso agosto, il modello rappresenta quasi il 30% dei profitti di Porsche equivalenti a 2,24 miliardi di euro. Numeri superiori ai veicoli di altri costruttori che hanno debuttato l’anno scorso, come la Ferrari F8 Tributo (307 milioni), la X5 di Bmw (1,67 milioni) e GLE di Mercedes (1,56 milioni).
Lo scorso anno, le immatricolazioni complessive della gamma Porsche sono aumentate del 3% rispetto al 2017, a circa 256mila unità, mentre quelle della 911 sono cresciute del 10%, poco più di 35mila esemplari che rappresentano l’11% delle vendite complessive del marchio di lusso tedesco.
Varianti decisive
Quota che tuttavia non sembra giustificare un redditività così alta. “In apparenza, i ricavi di Porsche con la 911 sembrano sproporzionati rispetto ai dati di vendita del modello”, afferma l’analista di Bloomberg Michael Dean, "in realtà, a gonfiare i risultati sono le varianti più costose: 911Carrera 4 (a 4 ruote motrici), S, 4S, Turbo, Turbo S e GT3 che consentono di far lievitare il prezzo medio senza incorrere in rilevanti costi di produzione aggiuntivi. Se una versione d’ingresso si aggira intorno ai 108mila euro, per la S, ad esempio, ne occorrono almeno 120mila. L’aggiunta in gamma delle versioni S e Turbo, che rappresentano una fetta vicina al 35% (circa10mila unità) delle vendite complessive del modello, genera almeno mezzo miliardo di euro in termini di profitti”.
I margini del Cavallino
La Ferrari F8 Tributo, ad esempio - non avendo varianti diversificate - ha un margine di vendita del 50%, ma contribuisce “solo” per il 17% alle entrate totali del Cavallino.
Secondo altre statistiche del blog CarIndustryAnalysis, nel secondo quadrimestre del 2019 la Casa di Maranello si è messa in tasca - mediamente - 69mila euro ogni auto venduta, dominando la classifica sui margini di redditività dei costruttori per singole vetture. Seguono - nettamente staccate - Toyota, Bmw e Subaru con circa 2mila euro di guadagno per unità. Analizzando i dati di mercato dei 25 costruttori principali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, sempre secondo il blog, i profitti netti generati sono in calo del 25%: poco meno di 18 miliardi di euro, contro i 24 del 2018. In media l'industria automobilistica guadagna 847 euro per ogni veicolo venduto.