LONDRA - Il mondo automotive britannico è sempre più in allarme. La determinazione del nuovo primo ministro Boris Johnson di andare allo scontro con l'Unione europea sulla Brexit, accettando anche un'uscita senza accordo il prossimo 31 ottobre preoccupa l'industria. Il responsabile del Smmt (l'associazione dei costruttori e venditori britannici) Mike Hawes ha scritto una lettera all'inquilino del 10 di Downing Street. "Il no-deal - si legge nel messaggio - è una minaccia esistenziale per la nostra industria, che vale oltre 18 miliardi e mezzo di sterline (23 miliardi di dollari) e si tradurrà in enormi costi tariffari e interruzioni nella produzione che metterebbero a rischio il nostro futuro. Abbiamo bisogno di un'intesa con l'Europa che garantisca un libero scambio senza frizioni e dazi. La Brexit senza accordi non è semplicemente un'opzione."
Accordo difficile
La situazione è in stallo. A meno di 100 giorni dalla data definitiva per l'uscita dalla Unione europea il dialogo appare impossibile. Johnson ha sempre ripetuto che è disposto ad arrivare anche a un addio senza accordo se Bruxelles non accetterà di rinegoziare l'intesa.
Dal canto suo l'Unione europea ha sempre ribadito di non voler cambiare neanche una virgola del trattato già siglato con l'ex primo ministro Theresa May e che è stato bocciato - per tre volte - dal Parlamento di Londra.
Vauxhall a rischio
Intanto, in un'intervista pubblicata sul Financial Times, il ceo e presidente di Psa Carlos Tavares ha parlato del futuro dell'impianto della Vauxhall - che fa parte del gruppo francese - di Ellesmere Port, lungo la Mersey alle porte di Liverpool. "Se lo stabilimento - a causa della Brexit - non dovesse essere più redditizio non avremmo altra scelta che chiuderlo e spostare la produzione altrove in Europa".
La presa di posizione di Tavares ha sollevato molte inquietudini. Ellesmere Port - dove vengono prodotte soprattutto le Astra vendute col marchio Opel in tutta Europa - fornisce infatti lavoro a oltre 2.000 persone e una sua chiusura sarebbe un terribile colpo per l'economia del nord ovest dell'Inghilterra.