Didi Chuxing, il più grande operatore cinese di taxi privati con 550 milioni di utenti registrati (copre il 90% di tutte le prenotazioni di vetture con autista nel Paese e vale oltre 15 miliardi di dollari), ha aperto la sua piattaforma per smartphone ad altri servizi analoghi della concorrenza come quelli dei costruttori auto Faw (First Automobile Works), Dongfeng e Gac (Guangzhou Automobile Group). In cambio, tratterrà una piccola percentuale sulla commissione pagata dai clienti.
L’azienda di Pechino - in prima fila, insieme alle americane Uber e soprattutto Waymo, per quanto riguarda lo sviluppo di intelligenze artificiali per la guida autonoma - sta collaborando con alcune Case per sviluppare una flotta di auto robot specifiche per il trasporto privato con mezzi a chiamata (ride hailing).
La possibilità di condividere la piattaforma resterà aperta a tutti i marchi interessati, anche quelli giapponesi.
Rete in proprio
Altri costruttori cinesi come Geely (che detiene anche la proprietà di Volvo e parte delle azioni di Daimler) e Saic, però, non vogliono (almeno per ora) allearsi con Didi, e hanno confermato l'intenzione di mettere su una propria rete di taxi privati senza aiuti dalla concorrenza. Anche Bmw ha una sua applicazione specifica per le flotte in Cina.
Faw, Dongfeng e Chang’an Motors hanno recentemente avviato una joint venture da oltre un miliardo di dollari con il colosso dell’e-commerce cinese Alibaba, la holding Tencent e l’azienda di prodotti elettronici Suning. L’intesa riguarda lo sviluppo di un comune servizio per le consegne a domicilio autonome in tutto il Paese.