La prima bioraffineria in grado di trasformare - senza emissioni nocive nell'atmosfera - il combustibile solido secondario (Css) ricavato dai rifiuti urbani e dalle plastiche in biometanolo, cioè in carburante da mettere in commercio anche per autotrazione, sarà realizzata in Toscana.
Lo prevede il protocollo presentato dal presidente della regione Enrico Rossi e dall'assessore all'ambiente Federica Fratoni con cui Eni si impegna a investire 250 milioni di euro in tre anni. Il sito nascerà all'interno dell'impianto oggi in attività a Livorno. Qui Alia, il gestore dei servizi ambientali, convoglierà i rifiuti secondo il principio di prossimità, limitandosi cioè a utilizzare quelli prodotti nella stessa Toscana.
Passo avanti ambientale
Secondo il governatore, la nascita del polo nella città costiera manda definitivamente in pensione l'inceneritore di Case Passerini, più costoso della bioraffineria e dove finora erano smaltiti anche parte dei rifuti provenienti dall'area fiorentina.
La Regione intende salire - entro il 2030 - dal 57% all'80% nella quota di raccolta differenziata. Del 20% restante un quarto sarà trasformato in combustibile solido secondario.
L'accordo con Eni prevede anche altri 120 milioni di euro di investimenti nei prossimi quattro anni per il miglioramento dell'impatto ambientale della raffineria livornese. Presso la darsena petroli verrà realizzato un nuovo impianto di gas naturale liquido.