A Torino, in occasione del salone al Parco del Valentino, la Mazda ha presentato l’edizione del trentennale della MX-5, la spider più venduta al mondo. Oltre un milione dall’arrivo sul mercato nel 1989, di cui ben 450.000 finite ai clienti nei primi otto anni di commercializzazione. A oggi le generazioni sono quattro, più una miriade di edizioni speciali, tutte nello spirito originario del progetto: una sportiva leggera a trazione posteriore che trasmettesse piacere di guida anche soltanto a guardarla.
Dall'America con orgoglio
“Quanti di voi parcheggiano la propria auto e poi si girano ancora a cercarla con gli occhi?”, ci dice con orgoglio Tom Matano, settantaduenne di Nagasaki, il primo designer della MX-5, venuto per l’occasione a Torino da San Francisco dove vive e dove ogni tanto fa ancora “consulenze sul design”. Matano sostiene che la sua spider “fa ancora girare la testa” e di “essere stato fortunato a essere coinvolto nel progetto dall’inizio”: era il 1983 e lui era appena andato a dirigere il centro di design Mazda in America, dove fu concepita l’idea della spider e dove è stato il suo primo mercato per lunghi anni.
Le sue tre auto italiane
Matano ci racconta che, oltre di stile, ha fatto studi di ingegneria e questo lo ha aiutato molto, perché la MX-5 fu un progetto pianificato in tutto per tutto edizioni speciali comprese, un modo di lavorare profondamente giapponese. Ci fa vedere una sua foto da giovane, capelli neri folti al vento, a fianco della sua Fiat 850 spider. Possiede anche una Abarth 1300 e una rarissima De Tomaso Vallelunga, “tre auto italiane che amo molto, più una MX-5 blu del 1996 comprata senza sconto aziendale con interni grigio chiari, il colore dei miei capelli”. Che dice di questa spider oggi? Sorride furbamente, strizza gli occhi: “Credo che il progetto continuerà per almeno altri trent’anni”.
24 anni per MX-5
Al suo fianco c’è Nobuhiro Yamamoto, venuto a Torino dal quartier generale di Hiroshima, il papà delle terza e quarta generazione della MX-5, 46 anni passati fin qui in Mazda di cui “22 dedicati al motore rotativo e 24 alla MX-5” che ripercorre il successo di un progetto ancorandolo sostanzialmente a un concetto: “È stata pensata da subito con una posizione di guida centrata sull’essere umano”.
Numeri e leggende
Il resto sono numeri e un po’ leggenda. Dalle vendite a mille costringendo la concorrenza a tornare a metà degli anni ’90 in un settore che storicamente era stato fin lì appannaggio dei costruttori inglesi e italiani, all'idea iniziale della piccola spider suggerita da un giornalista americano (che conosceva un po’ la lingua giapponese) al capo degli ingegneri di Mazda Kenichi Yamamoto, poi diventato nel 1984 presidente del marchio. Domani? La MX-5, al giro di boa dei 40 anni, potrebbe essere stata già elettrificata.