Pedoni, ciclisti e motociclisti sono le principali vittime di incidenti stradali nelle capitali europee. Lo conferma uno studio dell’Etsc - European Transport Safety Council che ha preso in esame i dati sui sinistri nelle citta del Vecchio continente negli anni tra il 2010 e il 2017. Solo in quest'ultimo - si legge nello studio - le vittime nelle aree urbane sono state 9.500.
Secondo la ricerca le categorie più vulnerabili rappresentano ancora il 70% di chi rimane ucciso o gravemente ferito in città, mentre sulle strade extraurbane la mortalità è scesa del 50%.
Italia a rischio
Nella parte di analisi dedicata al nostro Paese - realizzata anche con il contributo dell'ACI tramite un lavoro del centro studi Fondazione Caracciolo concentrato sulla situazione delle due ruote a Roma - si sottolinea come in Italia il 28% dei decessi sulle strade cittadine riguardi utenti in sella a moto e motorini.
In particolare viene sottolineato come la flotta di questi mezzi in Italia sia cresciuta negli ultimi anni (+3,6% tra il 2015 e il 2017). A fronte di un parco circolante - cosi come succede anche per le quattro ruote - particolarmente anziano, oltre i 10 anni di età media (circa il 70%) e quindi non dotato dei più moderni sistemi di sicurezza, come l'Abs.
Quasi tutti gli utenti delle due ruote nella Capitale riconoscono la condizione delle strade come uno dei principali fattori di rischio. Lo studio sottolinea anche un deficit nelle abitudini: se è vero che il 99% di chi va a due ruote indossa il casco, è altrettanto vero che il 67% ne usa uno aperto e quindi con livello di protezione scarso.
Male Romania, bene Svezia
Secondo lo studio, la Romania registra il più alto tasso di mortalità sulle strade urbane, (105 vittime ogni milione di abitanti), quattro volte più della media dell'Unione europea che si ferma a 26. Il Paese più sicuro è la Svezia, (9 morti per milione di abitanti), seguono Gran Bretagna (11), Olanda (13), Irlanda e Spagna con 14.
Aumentare gli investimenti
Nei prossimi 10 anni tutti i Paesi dell’Unione Europea dovranno investire maggiori risorse nei trasporti urbani per raggiungere gli obiettivi prefissati: maggiore sicurezza degli utenti più vulnerabili, infrastrutture più sicure, adeguati limiti di velocità. Previsti anche provvedimenti per ridurre il fenomeno della distrazione al volante e della guida in stato di ebbrezza.
ACI in prima linea
La diffusione degli e-scooters e delle altre nuove forme di mobilità richiede oggi nuovi interventi legislativi nazionali e locali, modifiche alle infrastrutture, attività di educazione e sicurezza stradale molto simili a quelli adottati, in passato, per favorire l’utilizzo della bicicletta.
A questo proposito, con l'hashtag #rispettiamoci, ACI ha proposto al 102° Giro d'Italia la campagna di sensibilizzazione al rispetto degli utenti della strada più vulnerabili, pedoni e ciclisti.
Sono stati distribuiti 1 milione di adesivi da apporre sugli specchietti retrovisori dell’auto, per richiamare l’attenzione di chi guida verso chi pedala, e 50mila decaloghi con consigli e indicazioni su come ridurre l’incidentalità tra auto e bici.