MILANO - Volvo Cars sostiene la campagna Clean Seas, promossa dalle Nazioni Unite per sensibilizzare sul problema dell’inquinamento dei mari a causato dal materiale plastico.
A livello nazionale l'impegno del marchio svedese si traduce nell’appoggio al progetto di Lifegate PlasticLess, che prevede la posa in mare dei "Seabin", speciali cestini “mangia inquinamento”.
Per inquadrare il problema è utile partire dai numeri. E’ Emilio Mancuso, biologo dell’Istituto per gli Studi sul Mare, a snocciolare dati da brivido durante una presentazione che si è tenuta al Volvo Studio di Milano.
Ogni giorno nel Mediterraneo vengono riversate 731 tonnellate di plastica. Una quantità che potrebbe più che raddoppiare entro il 2025 (dati UNEP, il programma per l'ambiente Nazioni Unite). Il 95% dei rifiuti galleggianti è composto da questo materiale. Il Mar Mediterraneo ospita il 7% delle microplastiche a livelllo globale e l’Italia è il suo terzo peggior inquinatore. Tra la Toscana, la Sardegna e la Corsica si è formata un’isola di plastica, che si aggiunge alle cinque già conosciute in giro per gli Oceani. Sempre Mancuso spiega che però non tutto è perduto poiché il mare ha un’enorme capacità di recupero ed è molto resiliente.
I Seabin in Italia
Gli obiettivi del progetto Lifegate sono principalmente due: ridurre la dispersione di plastica nei mari e rimuovere quella già presente. Per raggiungere il secondo, l’anno scorso è iniziato il progetto dei Seabin, appoggiato da Volvo Italia, con i primi tre calati in mare, a Marina di Varazze, Marina di Cattolica e Venezia Certosa Marina. Quest’anno lo sforzo continua e si amplia a diversi punti chiave delle coste italiane grazie al contributo di alcuni dei concessionari Volvo più attivi d’Italia: dal Lago di Garda a Gallipoli, passando da Riccione, Capri, Pescara, Polignano a Mare, Gaeta, La Spezia, Cesenatico, Como, Rimini, Marina di Ravenna, Cagliari e Viareggio.
I dispositivi Seabin, grazie all’azione dei venti e delle correnti, filtrano 25mila di litri di acqua l’ora e riescono a raccogliere quasi 1,5 chilogrammi di detriti al giorno, circa mezza tonnellata di rifiuti all’anno, incluse le microplastiche fino a 2 millimetri di diametro e le microfibre fino a 0,3 millimetri.
Enea Roveda, CEO di Lifegate ha annunciato che in Italia avremo 50 dispositivi Seabin e che il sistema verrà esportato anche in altre nazioni europee.
L'esperienza di Milano
In operazioni come questa il coinvolgimento delle amministrazioni locali è inevitabile. Infatti al Volvo Studio Milano c’era anche il sindaco Giuseppe Sala che ha portato il suo saluto e raccontato l’esperienza della città. Sala ha indicato le metropoli come i luoghi dove sperimentare soluzioni sostenibili negli ambiti più diversi, dalla mobilità all’edilizia. "Nei 76 anni dalla guerra a oggi in Italia abbiamo avuto 71 governi. Questa è la dimostrazione che è difficile fare politiche a livello nazionale”, ha detto il primo cittadino.
“Le rivoluzioni - ha continuato poi Sala - nasceranno dalle città e se ce ne è una che può portare un contributo sui temi della sostenibilità questa è certamente Milano”. Il sindaco ha portato l'esempio della mobilità. Ogni giorno entrano a Milano tra le 800mila e le 900mila auto: "Noi non siamo contro la circolazione. Vogliamo, però, trovare formule che facciano convivere ambiente, città e mobilità”.
Un primo risultato è aver abbassato a 51 il numero di auto ogni 100 abitanti (alcuni anni fa erano 65). L’area B va proprio in questa direzione ma sostenibilità non significa solo mobilità. E infatti il sindaco cita altri progetti uno dei quali proprio relativo alla plastica. In due licei milanesi, il Cremona e il Vittorio Veneto si sostituiranno le bottigliette di plastica dei distributori automatici con “l’acqua del Sindaco”.
Volvo per la sostenibilità
Come per Milano sostenibilità non significa solo PlasticLess, anche per Volvo l’impegno non si ferma a questo unico progetto. Entro il 2025 gli svedesi useranno materiali riciclati per almeno il 25% delle parti in plastica di tutte le nuove auto col loro marchio, adottando quindi un approccio circolare nello sviluppo delle vetture.
Nel 2018 lo stabilimento di Skovde, specializzato nella produzione di motori, è diventato il primo impianto a impatto zero sul clima della rete produttiva della casa di Goteborg. A Ghent invece saranno installati pannelli solari e, nello stabilimento di Torslanda, aprirà una nuova unità di carrozzeria in grado di ridurre di almeno un terzo il consumo di energia e le emissioni del reparto.
Il futuro è elettrico
Entro la fine del 2019 in tutte le sedi operative della Casa verranno eliminati gli oggetti monouso in plastica da uffici, mense ed eventi, per sostituirli gradualmente con alternative più sostenibili: prodotti biodegradabili realizzati in carta, cellulosa e legno.
A chiudere il cerchio c’è tutta la strategia sull’elettrico, con l’intenzione di portare le auto esclusivamente a batteria a costituire il 50% delle vendite globali complessive entro il 2025.