Ultimo aggiornamento  25 marzo 2023 18:20

Il 5G di Huawei serve all'auto robot.

Carlo Cimini ·

Lo sviluppo della guida autonoma non può prescindere da una connettività sempre più veloce: il 5G. Il colosso cinese Huawei è in pole position a livello mondiale, ma ora la sua corsa potrebbe essere frenata dalla decisione del presidente americano Donald Trump di bandire le sue tecnologie dagli Stati Uniti, ufficialmente per motivi di sicurezza nazionale. Un ordine cui Google e altre società tech si sono subito allineate, sospendendo il contratto di fornitura con l'azienda di Shenzhen. Trump ha poi improvvisamente concesso alla società cinese “una licenza temporanea di 90 giorni”, ma è chiaro che la partita è politica e avrà risvolti imprevedibili.

Riflessi sull'automotive

La diffusione della rete 5G è uno degli strumenti fondamentali a disposizione di Case e sviluppatori. Durante lo scorso Salone di Shanghai, Huawei è stata la prima azienda hi-tech a presentare un modulo 5G sviluppato appositamente per l'automotive, confermando il proprio ruolo di leader nel settore. Il sistema è basato sul chip Balong 5000 superfast pensato per l’auto: un hardware in grado di far dialogare veicoli e infrastrutture a una velocità superiore 30 volte la rete 4G. Attraverso questa connessione, i nostri smartphone serviranno anche per il cosiddetto Internet of Things, ovvero il controllo totale su tutto quanto ci circonda, dal funzionamento energetico della casa alla gestione di una vettura driverless.

Il rapporto con gli europei

L’embargo americano rischia di rallentare in particolare la corsa di quelle case automobilistiche partner dei cinesi di Shenzen nella guida autonoma. In Europa, Huawei ha già lavorato con il gruppo Psa per la tecnologia per i sistemi infotainment e assistenza alla guida, mentre a ottobre del 2018 ha annunciato l’avvio di una collaborazione con Audi con l'obiettivo di sviluppare congiuntamente la tecnologia driverless di Livello 4, cioè quasi completamente automatizzata, testata sulla Q7 e progettata specificamente per gli ambienti urbani.

Proprio la presenza a bordo di auto della piattaforma IoT OceanConnect CVMP (Connected Vehicle Modular Platform) sviluppata da Huawei ha creato i primi allarmi. Già la scorsa estate, Trump - con il Defense Authorization Act - ha proibito alle amministrazioni governative degli stati americani di acquistare software dedicati alle telecomunicazioni sia da Huawei che da Zte, un’altra azienda cinese. 

Lo scorso novembre a Torino - per la prima volta in Italia - una vettura dotata di guida autonoma ha circolato per le strade del capoluogo piemontese, area di test della rete 5G. La vettura utilizzata per le prove è stata una Ford Mondeo berlina.

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