"Una mobilità moderna e sostenibile è una questione di qualità della vita, dell'ambiente e dello spazio urbano. Bisogna convincere le persone che rinunciare all'auto, soprattutto per spostarsi su brevi tragitti, può tradursi in valore aggiunto per l'intera comunità e le generazioni future". Alessandra Filippi, assessore alla Mobilità di Modena, riassume così la filosofia che ispira il nuovo Pums (Piano urbano di mobilità sostenibile) adottato dalla giunta.
Troppe auto su brevi tragitti
Cinque i pilastri sui quali poggia il Piano: zone 30 e più spostamenti in bici e a piedi, riorganizzazione del trasporto pubblico locale, profonda revisione della rete viaria, riordino della sosta e programmi di educazione e formazione continua nelle scuole e nelle aziende.
"Modena in generale adotta la bici, favorita anche da un territorio pianeggiante", ci spiega l'assessore, "ma puntiamo anche su altre strategie, per esempio i mezzi pubblici. L'importante è aggredire quel 45% di nostri cittadini che usa prevalentemente l'auto di proprietà per tragitti che non superano i due chilometri e mezzo. Questa quota di spostamenti va dirottata su modalità alternative".
Bici nella rete
Per favorire gli spostamenti in bici è previsto innanzitutto il completamento delle cosiddette dorsali ciclabili: in tutto 76 chilometri di piste distribuiti su tutta la città. Ogni dorsale non dovrà superare i 7 chilometri. Al momento sono disponibili un totale di 55 chilometri, ne mancano 22 per completare l'opera. A queste infrastrutture va aggiunta la rete secondaria di distribuzione rispetto alle dorsali: tra interventi di riconnessione e completamento dei tragitti esistenti verranno realizzati 69 chilometri di nuovi percorsi.
Modena città 30
Quanto alle aree di moderazione del traffico, "l'obiettivo è fare di Modena 'una città 30' e non partiamo da zero", sostiene Alessandra Filippi, "abbiamo già 107 chilometri di strade dove non si può procedere a più di 30 chilometri orari, entro il 2022 ne sono stati programmati altri 30, procederemo a step progressivi fino a completare la rete".
Alle zone 30, si affiancano le zone quiete: verranno realizzate entro un raggio di 300 metri intorno alle scuole e permetteranno a bambini e ragazzi di percorrere a piedi e in bici almeno l'ultimo miglio da e per le lezioni al riparo dal traffico.
Non perdiamo il bus
"Altro capitolo per noi importantissimo è rilanciare i mezzi pubblici, cominciando da un'offerta di qualità", sottolinea l'assessore, "è prevista una riorganizzazione totale di flotta e servizi con nuovi mezzi a basso impatto e nuove linee preferenziali, capillari e veloci". Dai bus alle strade: il sistema viario, si legge nelle linee d'indirizzo del Pums, sarà profondamente revisionato per dare più spazio a pedoni e ciclisti e aumentare la sicurezza.
Piano sosta intermodale
"Costruiremo nuove tratte in modo da dirottare i principali flussi veicolari sugli anelli esterni alla città per ridurre drasticamente il traffico automobilistico di attraversamento e sul corto e cortissimo raggio", spiega Filippi, "realizzeremo nuovi parcheggi di scambio e gratuiti per incentivare cittadini e pendolari a proseguire verso il centro con gli altri modi di trasporto". Che significano anche car e bike sharing.
L'auto condivisa a Modena al momento è targato Share'nGo mentre la bici a noleggio è un servizio a postazione fissa offerto gratuitamente dal Comune che sta sperimentando insieme ad una start up un nuovo modello a flusso libero dedicato soprattutto a turisti e pendolari.