Ultimo aggiornamento  01 giugno 2023 07:39

Porsche 911, l’ottava meraviglia.

Edoardo Nastri ·

BASTIA - In un mondo dominato da suv e crossover c’è ancora spazio per le supercar. In Europa se ne immatricolano sempre di più: lo scorso anno sono aumentate del 20% arrivando a 40mila unità. La Porsche 911 è la più venduta al mondo e leader del mercato in Italia nel suo segmento con quasi mille vetture targate nel 2018. Per l’ottava generazione, la serie 992 presentata al Salone di Los Angeles lo scorso dicembre, gli uomini di Porsche confidano, per il nostro paese, negli stessi volumi di vendita “se non addirittura in qualcosa di più”.

Tra le motivazioni che spiegano il successo e la leadership del modello c’è la poliedricità caratteriale della 911, che si conferma all’occorrenza docile e maneggevole ma, se lo si desidera, veloce, precisa ed emozionante. L’alto coefficiente emozionale è sicuramente tra le ragioni che spingono, chi può permetterselo, a spendere 123.999 euro (prezzo del modello d’ingresso) per acquistare un sogno. Abbiamo guidato la nuova 911 tra le curve della Corsica, attraversando le trafficate e strette strade di Bastia e muovendo verso Nord per raggiungere Cap Corse.

Tradizione e innovazione

Guardando la 911 la prima cosa che salta agli occhi è la massiccia presenza su strada data soprattutto dalla sua larghezza, aumentata di 4,5 centimetri rispetto alla versione precedente e che con gli specchietti aperti supera i 2 metri per 4,5 di lunghezza. Dal punto di vista stilistico è stato fatto un lavoro d’innovazione più che di stravolgimento. C’è infatti qualche richiamo alle prime generazioni del modello, come il bassorilievo stampato sul cofano tra i due fari tondi a Led, e la conferma di alcune caratteristiche proprie da sempre della 911, come le ruote posteriori più grandi (21 pollici) di quelle anteriori (20 pollici).

Il posteriore è quello che ha subito gli aggiornamenti più evidenti. Il paraurti ingloba ora i quattro (o due se si sceglie la versione con gli scarichi sportivi) terminali di scarico, e i fari posteriori sono formati da un’unica linea di led che percorre la vettura per tutta la sua larghezza. All’interno è arrivata la rivoluzione digitale: sono spariti quasi tutti i pulsanti sulla consolle centrale e la gestione delle funzioni principali del sistema infotainment avviene attraverso un grande schermo da 10,9 pollici. Davanti al guidatore c’è il classico contagiri analogico Porsche, affiancato da due display digitali per controllare la velocità e le informazioni principali.

Doppia anima

Abbiamo guidato la 911 Carrera S a trazione posteriore, equipaggiata con il 3.0 biturbo benzina, in grado di sviluppare una potenza di 450 cavalli per 530 newtonmetri di coppia massima. La traduzione è semplice: accelerazione bruciante (3,7 secondi per passare da 0 a 100) e una “voce” che fa battere il cuore.

Le cinque modalità di guida selezionabili dal manettino cambiano completamente il carattere della sportiva. In Normal è quieta e adatta a tutte le condizioni della guida quotidiana. In Sport si aprono le valvole degli scarichi, s’induriscono le sospensioni, il volante diventa più preciso e l’acceleratore ancora più pronto. Per chi vuole le massime prestazioni c’è poi la Sport Plus, che ritarda l’intervento dei controlli di trazione. Se piove o c’è scarsa aderenza è bene selezionare la modalità Wet (bagnato) che limita il più possibile scodate non volute o perdite di aderenza. La Individual infine permette una totale personalizzazione di tutti i settaggi.

Innovare e non stravolgere

Il pacchetto di sistemi d’assistenza alla guida è completo e facilmente utilizzabile. Diversi gli optional interessanti disponibili, tra cui le quattro ruote sterzanti che ruotano a seconda della velocità di marcia di circa 2 gradi nello stesso senso o in direzione opposta. Il risultato che ne deriva è una grande maneggevolezza e prontezza nella risposta per una precisione di guida chirurgica. 

Dal 1963 la 911 fa innamorare appassionati e cattura sguardi in tutto il mondo. L’ottava generazione non fa eccezione anzi, riesce nel difficile intento di rinnovare un modello mitico, senza stravolgerne le caratteristiche che l’hanno reso una vera e propria icona.   

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