"Fiat Chrysler Automobiles è una casa di marchi: questo le permetterà di essere uno dei pochi costruttori tradizionali a sopravvivere alla rivoluzione tecnologica del settore auto. Ne sono certo al 100%". Si è espresso così, in un'intervista a Bloomberg, il ceo del gruppo italo americano Mike Manley, disegnando il futuro della sua azienda.
"Non abbiamo nessun brand - continua il manager inglese che ha rilasciato l'intervista in occasione dell'uscita di "Sergio Marchionne", la biografia del suo predecessore scritta da Tommaso Ebhardt direttore della redazione di Bloomberg News di Milano per Sterling&Kupfer - che rischi di finire nella categoria dei marchi noiosi." Manlley a questo proposito ha citato l'esempio della 500 che - al decimo anno di vita - ha raggiunto il top delle vendite. Stesso discorso fatto - in un'altra intervista - da Pietro Gorlier, a capo di Fca Europe, che ha parlato di "futuro luminoso" grazie anche alla famiglia delle 500 e al nuovo "concetto di mobilità" che il marchio sta sposando.
Ricordando Sergio
Come abbiamo visto l'intervista col numero 1 di Fca arriva in concomitanza con l'uscita (il 30 aprile) della versione in italiano della biografia di Sergio Marchionne che ripercorre le tappe della carriera del manager italo-canadese scomparso e ricorda anche le convulse ore della sua successione che portarono proprio Manley a succedergli alla guida del gruppo.
Proprio Marchionne, in una delle sue ultime interviste, aveva ricordato come i costruttori tradizionali avessero al massimo dieci anni davanti per reinventarsi e affrontare la sfida anche dei nuovi attori del business automotive, come Tesla e Google.