L'anno dei robotaxi di Tesla sarà il 2020. Secondo le promesse di qualche anno fa, sarebbe dovuto essere il 2018, poi le cose sono andate diversamente. Ma stavolta Elon Musk non ha dubbi. "Sono quasi certo che i nostri mezzi senza conducente saranno in strada entro la fine del prossimo anno". Il fondatore del marchio californiano lancia così la sfida a Uber e gli altri servizi di ride hailing. Soprattutto Waymo che gestisce già un servizio sperimentale di taxi autonomi a Phoenix.
La rivoluzione in un chip
La dichiarazione, insieme a molte altre, è arrivata durante un evento in streaming per gli investitori che si è svolto presso il quartier generale del costruttore in California e durato 2 ore e mezza. Al centro un piccolo chip capace di trasformare tutte le auto in perfetti mezzi autonomi. Cosi potente e preciso che spazzerà via la tecnologia oggi adottata dalle oltre 60 aziende americane impegnate nello sviluppo della guida senza conducente. In particolare Musk conta che il suo microchip possa sostituire i sistemi lidar - la tecnica di telerilevamento che attraverso il laser permette di calcolare la distanza di un oggetto - che il ceo di Tesla definisce "uno scherzo per novellini" e degli oggetti "dannatamente stupidi". Waymo e Cruise Automation (spin off rispettivamente di Google e General Motors) non la pensano allo stesso modo. Tanto che la loro strategia driverless si basa proprio su questo sistema.
Rete neurale
Il vantaggio che Tesla avrebbe sui concorrenti - dice Musk - è quello della raccolta dati "dal mondo reale". Secondo il ceo alla fine di questo trimestre ci saranno 500mila auto con il suo marchio in circolazione. Ognuna è equipaggiata con 8 telecamere, sensori a ultrasuoni e radar che raccolgono continuamente informazioni basilari per la creazione di un network neurale, "l'equivalente digitale della coscienza" ha detto.
Questa rete servirà alle auto per imparare a riconoscere e gestire gli oggetti che si trovano lungo la strada. Per farlo basterà inserire un mini computer dietro il vano di fronte al posto del passeggero con il nuovo chip che per Musk è "di gran lunga il migliore al mondo". Il tutto per un costo di circa 5mila euro per un'auto nuova e 7mila per una già in circolazione.
Questione di mesi
Secondo il manager tutto questo dovrebbe arrivare tra aprile e giugno del prossimo anno. A quel punto, per vedere le Tesla robot in circolazione, bisognerà aspettare l'ok dei legislatori che devono dare il via libera all'uso della tecnologia su strada. Un passaggio che secondo il ceo potrebbe avvenire, almeno in alcuni stati americani dove le leggi sono meno stringenti di quanto non sia per esempio in California che prevede delle prove pratiche per concedere l'ok, già entro la fine del 2020.
Il progetto prevede che i possessori di Tesla erquipaggiate col nuovo chip possano - tramite un'app dedicata - metterla in condivisione (a pagamento) nei periodi in cui non la utilizzano. Il costruttore lascerebbe al proprietario il 75% dell'introito e terrebbe il resto per sé. Inoltre verrebbero utilizzate per questo nuovo servizio anche tutte le auto che vengono riconsegnate al termine dei contratti di leasing.
Situazione incerta
L'incontro tra Musk e gli investitori è arrivato a circa 48 ore dalla divulgazione dei dati trimestrali sull'andamento dell'azienda. Dati che, secondo gli analisti, parlano di una perdita netta di circa 305 milioni di dollari per i primi tre mesi del 2019, dovuti soprattutto a vendite non in linea con le attese, soprattutto dopo i risultati positivi di fine 2018. Lunedì scorso, al termine delle contrattazioni, le azioni di Tesla sono scese di circa il 4%.