Il mercato europeo delle auto registra ancora un calo. Febbraio segna -0,9% rispetto allo stesso periodo del 2018. Secondo i dati dell'Acea, l'associazione dei costruttori operanti in Europa, lo scorso mese sono state vendute 1.148.775 auto contro le 1.159.114 di febbraio 2018. Prosegue, quindi, il trend negativo in Europa per il sesto mese consecutivo.
Volkswagen rimane al vertice
Il gruppo Volkswagen è sempre in testa nella graduatoria dei costruttori più apprezzati. Nonostante la leggera flessione, -0,5% rispetto a febbraio 2018, rimane pressoché invariata la quota di mercato (24,4%). Lo scorso mese ha immatricolato 280.639 vetture contro le 281.959 dello stesso periodo. All’interno del gruppo, guadagna il marchio principale di Wolfsburg (+4%), segno positivo anche per Seat e Skoda (entrambi +0,8%). Male Audi, -8,1%, e soprattutto Porsche, -46,4% che per il secondo mese consecutivo dimezza le vendite rispetto allo stesso periodo del 2018.
Sorridono i francesi. Psa torna a registrare un segno positivo: +0,8%. Il gruppo (quota di mercato ancora in aumento, 17,3%) ha venduto 198.321 vetture, rispetto alle 196.785 di febbraio 2018. All'interno del gruppo, da segnalare il +7,2% di Citroën rispetto allo stesso mese del 2018.
Il gruppo Renault immatricola 121.726 auto, +0,2% rispetto all’anno precedente. Continua a guadagnare Dacia (+2,4%). Nell'Alleanza, ancora male Nissan (-24,3%) ma Mitsubishi aumenta le vendite (+30,4%)
Male Alfa Romeo, bene Jeep
Il gruppo Fca ancora in calo. Febbraio 2019 segna -5,2%. Tra i marchi, Alfa Romeo e Fiat male: rispettivamente -41,4% e -11,4%. Jeep (+35,5%) e Lancia/Chrysler (+38,4) limitano i danni. Nel totale, quota di mercato diminuita: 7%.
Tra le altre Case, bene Jaguar (+23%), Volvo (+5,1%) e Daimler (+4,7%). Giù Bmw (-5%).
Bene la Germania
Nei singoli mercati europei, Germania (+2,7%), Francia (+2,1%) e Regno Unito (+1,4%) rialzano la testa dopo il il segno negativo di gennaio 2019. Italia (-2,4%), ancora in calo. La Spagna subisce un pesante -8,8%. A est crescono ancora Lituania (+94,5%), Romania (+37,5%) e Ungheria (+12,6%).