Volkswagen ha ipotizzato un deficit di profitti vicino a 2,5 miliardi di euro l'anno se l'amministrazione degli Stati Uniti procederà con l'imposizione di nuove tariffe sulle auto europee. In un'intervista al Financial Times, l’amministratore delegato del costruttore tedesco, Herbert Diess, ha detto che la minaccia di ulteriori tasse ha creato un clima di "instabilità politica" e ha stimato nel peggiore dei casi come conseguenza un calo del 13% degli utili come previsto dalla società di consulenza del Regno Unito Evercore ISI.
Il Rapporto Usa
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ricevuto nei giorni scorsi dal Dipartimento del commercio Usa un rapporto che svela se le importazioni di automobili e componenti possano minacciare la sicurezza nazionale.
L'amministrazione di Washington ha ora tempo fino a maggio per decidere se imporre nuove tariffe sugli acquisti di auto. Nel caso lo faccia, la Germania sarà tra gli esportatori più colpiti, come recentemente ribadito anche dal cancelliere tedesco Angela Merkel che ha considerato la prospettiva "terrificante".
Ricette anticrisi
Nel frattempo all’interno del gruppo Volkswagen i vari marchi hanno già varato le prime ricette anticrisi. Audi prevede di ridurre del 10% i manager della Casa seguendo i dettami del piano per tagliare i costi di 15 miliardi di euro entro il 2022. "Una cosa è certa - ha spiegato ceo Bram Schot al giornale tedesco Handelsblatt – le nostre spese sono troppo alte". Sempre secondo quanto spiegato da Schot, Audi vuole ridimensionare la gamma di motorizzazioni e diminuire le ore di lavoro notturno nei suoi stabilimenti. Questo anche in vista dei considerevoli investimenti (15,9 miliardi entro il 2023) per elettrificazione, digitalizzazione e guida autonoma.