Le vendite di automobili in Cina sono ancora in ribasso. Le immatricolazioni nel mese di gennaio 2019 sono diminuite del 15,8% seguendo un trend negativo che dura ormai da sette mesi. L’associazione cinese dei produttori di automobili ha dichiarato che nei primi 31 giorni dell'anno le vendite sono scese a 2,37 milioni di veicoli. A novembre e dicembre 2018 la flessione era stata più decisa: rispettivamente del 14% e del 13%.
I risultati complessivi del 2018 mostrano come per la prima volta dal 1990 il mercato dell’auto in Cina abbia avuto un calo: -2,8% pari a poco più di 28 milioni di unità vendute. Le previsioni per il 2019 sono stabili: secondo gli osservatori quest’anno nella Repubblica popolare si venderanno circa 28 milioni e 100mila unità. Le ragioni della contrazione sono da riscontrarsi nel rallentamento della crescita economica e certamente anche nell’attrito con gli Stati Uniti sui dazi.
In arrivo nuovi incentivi
Gli esperti del settore sostengono che la contrazione dello scorso mese sia dovuta anche alle festività legate al capodanno cinese. Intanto da Pechino fanno sapere che probabilmente verranno rinnovati gli incentivi per l’acquisto di vetture nuove, soprattutto dedicati ai veicoli a zero e basse emissioni.
Ning Jizhe, vicepresidente della commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma della Repubblica popolare cinese, ha dichiarato che nel corso dell’anno verranno incrementati e rinnovati gli aiuti per l’acquisto di vetture ed elettrodomestici nuovi. Al momento non sono state fornite informazioni di dettaglio sugli interventi in arrivo.
Elettrica su
In controtendenza rispetto ai dati complessivi di mercato, si conferma anche a gennaio il trend positivo per le auto elettriche e ibride plug-in: +140% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, pari a 95.700 unità.
Per il 2019 l’associazione dei costruttori cinesi prevede per le elettrificate una crescita ulteriore di circa un terzo dei volumi di vendita rispetto all'anno precedente: si dovrebbe arrivare a quota 1,6 milioni.
Effetti sul petrolio
I dati negativi del mercato cinese hanno provocato anche effetti temporanei sul costo del petrolio che è calato non appena si sono diffusi i numeri sul commercio auto nel primo mercato mondiale.
Il prezzo del greggio, però, è subito dopo risalito, sfiorando i massimi(66,19 dollari al barile per il Brent) mai raggiunti in un primo trimestre nel corso degli ultimi otto anni. Il valore dell'oro nero è aumentato in particolare a causa della decisione da parte dell'Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio di tagliare la produzione di 1,2 milioni di barili al giorno e della confusa situazione politica in Venezuela, uno dei maggiori produttori.
La Cina è il maggiore importatore di greggio al mondo. Un business fondamentale, basti pensare che le aziende legate al greggio sono in testa alla classifica delle 10 società più ricche del paese. Alle prime due posizioni troviamo Sinopec e PetroChina, con 11 miliardi di dollari di profitti.