Durante la campagna elettorale per il voto di metà mandato degli Stati Uniti, lo scorso novembre, l’energia dei candidati del partito democratico decisi a recuperare preziosi seggi al Congresso è stata definita “onda blu”. Riconquistata la maggioranza alla Camera, ora gli esponenti dell’ala più progressista sono pronti a alzare il tiro con una “rivoluzione verde” che parta da una nuova mobilità eco sostenibile, capitanati dalla newyorkese Alexandria Ocasio-Cortez.
La più giovane deputata americana di sempre, uscita vincitrice dal voto mid-term, ha presentato al Congresso il Green New Deal, un piano d’azione basato su lavoro, diritti e sostenibilità ambientale per rendere gli Stati Uniti una società carbon-neutral entro dieci anni. Il manifesto ha già l’ok di un veterano della politica Usa, il senatore democratico del Massachusetts Ed Markey, e l’appoggio di alcuni dei parlamentari che hanno messo in agenda la corsa alla presidenza nel 2020.
Futuro a emissioni zero
Lotta alle emissioni inquinanti nei trasporti e realizzazione di reti elettriche intelligenti (smart grid) che riducono i consumi e si fondano su generazione pulita (da vento, sole, geotermia) sono alcuni dei punti chiave del Green New Deal. Il programma si pone, tra gli altri obiettivi, quello di azzerare le emissioni nette di gas serra, investire in infrastrutture e industria, difendere il clima e l’ambiente e assicurare aria e acqua pulite, creare milioni di posti di lavoro qualificati e equamente remunerati e assicurare giustizia e uguaglianza per tutti.
Per la Ocasio-Cortez è un programma di mobilitazione nazionale che porterà entro il 2030 a un’economia fondata al 100% su energia rinnovabile, con un abbandono (graduale, ha chiarito) delle fonti fossili. La mobilità in primo piano: i veicoli elettrici possono essere veramente a zero emissioni solo se l’energia che alimenta la batteria arriva da fonti rinnovabili.
Dalla green generation alla Casa Bianca
La “generazione verde” si è sollevata e chiede che si affrontino i problemi ambientali che riguardano la vita e la salute di tutti, ha dichiarato il senatore Markey in conferenza stampa, aggiungendo che l’ecologia è diventata “questione di voto” e sarà decisiva nella campagna per le elezioni presidenziali del 2020.
Sei senatori che puntano alla Casa Bianca hanno già dato il loro supporto: Cory Booker del New Jersey, Kirsten Gillibrand di New York, Kamala Harris della California, Elizabeth Warren del Massachusetts, Bernie Sanders del Vermont e Amy Klobuchar del Minnesota.
Gli scogli del New Deal verde
Il Green New Deal non stabilisce con esattezza le modalità e, soprattutto, i costi della transizione all’economia equa e sostenibile, ma presenta obiettivi più ambiziosi rispetto al Clean Power Plan proposto dall’ex presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che già prevedeva, per esempio, severi limiti alle centrali elettriche a carbone e che Trump ha bollato come una misura “distruggi-lavoro”.
I Repubblicani restano contrari: la manovra green, a loro parere, costerà migliaia di miliardi di dollari e costituisce una pericolosa deriva “socialista”, come indicano i riferimenti al diritto alla casa, al potenziamento delle università pubbliche e all’ampliamento del programma di assistenza sanitaria Medicare – uno scoglio su cui già si è infranto Obama.
Battaglia politica
Anche i Democratici restano divisi. Il Green New Deal ha il plauso del Center for American Progress, associazione vicina all’establishment del partito progressista, ma la speaker della Camera, la Democratica Nancy Pelosi, non si è sbilanciata con un supporto concreto.
La presidente della Casa dei rappresentanti ha invece invitato la Ocasio-Cortez a prendere parte alla commissione parlamentare sull’Ambiente, ma la battagliera deputata di New York ha per ora rifiutato.